Cattaneo, tanto amore per la musica
Per noi gitanti provinciali, confinati in cima alle montagne, Brescia città è le braccia spalancate del predicatore Arnaldo, è il vigoroso cipiglio del Garibaldi, il profilo ancora possente del Castello e delle mura, il nostalgico colonnato di Via Musei.
Ma da ieri, Brescia città è qualcosa in più.
Virginio Cattaneo ci ha aperto i battenti del Museo degli Strumenti Musicali.
Già sull'elegante soglia abbiamo respirato con lui il profumo di un passato polveroso ma non inutile: il Palazzo Martinengo Cadivilla a fine XVIII secolo ospitò la regina d'Inghilterra: ci pare di vederla, la sovrana, riposare nelle stanze della sua suite, allietata magari da un concerto da camera eseguito su uno spartito simile a quelli qui raccolti i cui nomi sono quasi delizie da pasticceria: canoni, gighe, villanelle, gavotte...
Dal basso (o dall'alto) dei nostri dodici anni, sappiamo ancora troppo poco di teoria musicale per apprezzare appieno il valore della biblioteca e della liuteria: gli strumenti sono numerosissimi, delle categorie più diverse e delle forme più strane: siringhe gigantesche, chitarre a cinquanta corde, sarangi, maracas, carillon, tamburi con gusci di testuggine, violini, balalaike, piani a cilindro automatici...
Alcuni sono riproduzioni, ma il fascino che si sprigiona stringendoli tra le mani e riproducendone i suoni non ce li fa distinguere dagli originali.
E poi, il Maestro Cattaneo ce li ha illustrati con eloquenza, ce li ha passati sfiorandoli con delicatezza, li ha rimessi a posto con devozione, insegnandoci come, dietro i suoi semplici gesti ed il tono talvolta burbero, si celasse tanto tanto amore per la musica e le sue svariate magiche forme.
Insomma, Maestro, volevamo dirle che, da ieri, per noi Brescia città è anche il gioco veloce delle sue dita che ci danno gli arpeggi del Giuliani.
Grazie.
Gli alunni
Istituto Comprensivo "B. Zendrini"
Berzo Demo, Cedegolo, Cevo
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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