Casistiche diverse, stesso dottore Dal bene nasce bene

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Scrivo dopo aver letto la lettera scritta dalla Signora Donatella. Voglio dare seguito a quanto raccontato, poiché anch’io ho dovuto vivere la terribile esperienza della malattia di mia figlia. Improvvisamente ci siamo trovati a dover prendere atto di una realtà brutale, di fronte alla quale eravamo completamente disinformati e indifesi.

Nell’ospedale pediatrico della nostra città, Bari, dove purtroppo nostra figlia è stata ricoverata più volte, sono state somministrate cure che non hanno minimamente risolto il problema. La vita di nostra figlia sarà sempre segnata da ciò che ha dovuto vivere in quei giorni. Idem per tanti bambini di tutte le età, dei quali ho condiviso le storie con mamme disperate quanto me, nel dover assistere impotenti i loro figli costretti ad essere ricoverati in un luogo simile. Quando si varca la soglia di un ospedale pediatrico, ci si aspetta di trovare, prima che medici, esseri umani, estremamente orientati alla missione che hanno scelto, soprattutto perché hanno a che fare con bambini. Ci si aspetta di trovare sempre il massimo affinché i propri figli possano essere aiutati e rimanere sereni. Purtroppo questo non si è mai verificato, lo affermo con dolore e senso di sconfitta pensando che tutto ciò accade senza che qualcuno intervenga. Dopo mesi di incertezze, di dolore, di diagnosi approssimative scritte anche in italiano incerto da parte dell’istituto di anatomia patologica di Bari, l’incontro con il dottor Villanacci è stato determinante: dopo poche ore ha emesso una diagnosi certa, esaminando lo stesso materiale già visto da altri.

Con grande spirito di collaborazione, ci ha immediatamente indirizzati all’ospedale Meyer a Firenze, dove nostra figlia è stata accolta dal professor Lionetti e tutti coloro che compongono l’equipe. Persone meravigliose, nessuna esclusa, che in un ospedale meraviglioso dedicano veramente la loro vita ai bambini, affinché vengano curati in un ambiente consono. Soprattutto hanno sempre cura che la dignità di ogni bambino venga elevata al pari della salute.

Nostra figlia ha ricevuto ogni genere di cura, hanno fatto veramente di tutto e anche l’impossibile, finalmente ora riesce a condurre una vita normale ed accettabile ed ancora una volta esprimo la nostra gratitudine e il nostro ringraziamento.

Il dottor Villanacci, un medico che ha un senso profondo del suo lavoro, non perde tempo in esercizi di stile e di potere, ma manifesta estremo rispetto per chi soffre. Nel momento in cui si è convinti di non aver più nessuna speranza, cancellata da qualcun altro con ignoranza, superbia e incompetenza, rivolgersi al dottor Villanacci può cambiare totalmente il decorso della propria vita. Lui rimane sempre accanto ai suoi pazienti, con costanza e affetto e grande disponibilità.
Francesca B.

Cara Francesca,

due indizi non fanno una prova, certo però marcano una differenza. In positivo. Perciò pubblichiamo la sua lettera, che fa eco a quella di qualche giorno fa, pur sapendo di fare un torto al dottor Villanacci.

Sì, un torto, poiché da un lato si attirerà le invidie che spesso covano in seno ai mediocri, dall’altro il sospetto che abbia chissà quali sponde o santi. Così, pur se lo conosciamo neppure di vista, gli chiediamo scusa per questo, per una vetrina che immaginiamo gli faccia piacere ma che non ha chiesto d’avere. Lo facciamo poiché crediamo in un mondo dove il denaro non è l’unica moneta corrente. Per la filosofia indiana si chiama «karma», per noi è bene da cui germoglia altro bene. Una fonte continua, anche se spesso non appariscente, fatta da molti dottor Villanacci. È a loro che diciamo grazie, fidandoci di voi, di famiglie che hanno vissuto un dramma e trovato un appiglio nel momento in cui ne avevano più bisogno, quando erano più fragili. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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