Cara figlia, grazie e ti voglio bene Importante dirselo
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Lettere al direttore
AA
Innanzitutto grazie per questo spazio che permette a tutti di dire la propria opinione. Io sono una mamma anziana più che ottantenne e vorrei precisare che già essere anziano è una malattia, sei più fragile e sembra che il tuo corpo stia cedendo e frantumandosi come una vecchia casa, e metti una riparazione di qua, una di là e vai avanti, sperando di non crollare. La mia fortuna tra le tante mie sofferenze di salute è aver avuto una figlia che si è fatta carico di me, e di tutte le mie «magagne» e mi ha sempre soccorso. Questo è un dono del cielo: sapere che qualcuno si prende cura di te; la guardo e a volte è stanca, tra le mille cose da fare, ma per me c’è sempre, questo mi conforta e rassicura. Deve rinunciare a tanti suoi interessi e passioni per mettere al primo posto me! Porta pazienza come diceva un vecchio proverbio «che il vecchio morirà». Cara figlia, sei il mio unico tesoro e quando me ne andrò ti auguro di continuare a credere e vivere, che la vita spesa per gli altri costa fatica, ma ti fortifica! La vita è sacrificio! Ti voglio bene e grazie di tutto anche se non sempre riesco a dirtelo!
Tua mamma
Cara mamma,
non nostra ma un poco di tutti noi, vorremmo dirle che l’anzianità non equivale a una malattia, ma peccheremmo di supponenza, non avendo l’età per conoscerla da «dentro». Ci limitiamo allora ad ascoltarla, sottolineando quanto è bello e prezioso dirsi vicendevolmente, finché c’è tempo: «Grazie di tutto» e «Ti voglio bene». (g. bar.)
Tua mamma
Cara mamma,
non nostra ma un poco di tutti noi, vorremmo dirle che l’anzianità non equivale a una malattia, ma peccheremmo di supponenza, non avendo l’età per conoscerla da «dentro». Ci limitiamo allora ad ascoltarla, sottolineando quanto è bello e prezioso dirsi vicendevolmente, finché c’è tempo: «Grazie di tutto» e «Ti voglio bene». (g. bar.)
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