Auguri a un papà davvero speciale (che non molla mai)

Lettere al direttore
AA
Chiediamo spazio al quotidiano per regalare al nostro caro papà Gino il piacere di leggere due righe dedicate. Oggi, infatti, raggiunge brillantemente il traguardo dei novant’anni e siamo certi che, come sua consuetudine, sia pronto a siglare l’inizio della giornata con la lettura certosina del suo prezioso Giornale di Brescia, commentando gli eventi globali, le cronache radicate col territorio e i successi imprenditoriali della nostra provincia operosa o bofonchiando qualcosa sulle recenti vicende dell’amata Juventus. Un quotidiano che è stato provvidenziale durante il periodo pandemico perché gli ha permesso di vincere l’isolamento dal mondo, così come durante le ospedalizzazioni. La vita, infatti, è stata per lui un percorso ad ostacoli, ma il papà ha saputo fare delle pietre d’inciampo occasioni per apprezzarla ancora di più e per dare fiato alla sua inesauribile vena d’ottimismo e di gratitudine. Grato è stato ai medici dell’Ospedale Civile di Brescia che gli hanno garantito anni fa di continuare a vivere vedendo fiorire i suoi tre splendidi nipoti. Grato è ora al prof. Roberto Farfaglia dell’Ospedale di Manerbio per l’umanità e la competenza con cui si è preso a cuore il suo caso, consentendogli di ritornare trionfante a casa da nostra madre e addirittura caparbiamente alla guida della sua automobile. Papà, buon compleanno! Ancora una volta la tua tenacia ti ha premiato!
Lucilla e Marco
Orzivecchi
Carissimi,
le regole ci piacciono perché soltanto grazie ad esse possiamo contemplare le eccezioni. È il caso di oggi, ospitando qui ciò che solitamente compare nella rubrica del «Vediamoci», che oggi eccezionalmente - tra l’altro - ospitiamo qui sotto.
Lo facciamo volentieri, perché vostro padre ci ha ricordato il nostro, che non c’è più, ma che portava lo stesso nome, Gino, e in fatto di gusti gli assomigliava proprio, sia per la squadra del cuore, sia nella lettura «certosina» del quotidiano, sia nei commenti dagli eventi globali alle cronache del paese accanto.
In più non potevate farci complimento più bello di scrivere che «durante la pandemia il Giornale è stato provvidenziale, permettendo di vincere l’isolamento».
Non basta. Ciò che infatti merita di essere ampiamente condiviso di vostro padre è lo spirito, quella capacità di far scaturire da ogni «pietra d’inciampo gratitudine e ottimismo». Una lezione che cerchiamo di fare nostra ogni giorno.
Tanti, tantissimi auguri dunque e un abbraccio sincero. (g. bar.)
Lucilla e Marco
Orzivecchi
Carissimi,
le regole ci piacciono perché soltanto grazie ad esse possiamo contemplare le eccezioni. È il caso di oggi, ospitando qui ciò che solitamente compare nella rubrica del «Vediamoci», che oggi eccezionalmente - tra l’altro - ospitiamo qui sotto.
Lo facciamo volentieri, perché vostro padre ci ha ricordato il nostro, che non c’è più, ma che portava lo stesso nome, Gino, e in fatto di gusti gli assomigliava proprio, sia per la squadra del cuore, sia nella lettura «certosina» del quotidiano, sia nei commenti dagli eventi globali alle cronache del paese accanto.
In più non potevate farci complimento più bello di scrivere che «durante la pandemia il Giornale è stato provvidenziale, permettendo di vincere l’isolamento».
Non basta. Ciò che infatti merita di essere ampiamente condiviso di vostro padre è lo spirito, quella capacità di far scaturire da ogni «pietra d’inciampo gratitudine e ottimismo». Una lezione che cerchiamo di fare nostra ogni giorno.
Tanti, tantissimi auguri dunque e un abbraccio sincero. (g. bar.)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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