Atleti paralimpici, eroi sportivi cui dire grazie

Lettere al direttore
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Anche queste olimpiadi e paralimpiadi 2024 sono finite con uno spettacolo eccezionale di record e di prestazioni atletiche di altissimo livello.

Il fatto che si siano svolte a Parigi ha poi coinvolto maggiore pubblico anche televisivo considerando che non c’era fuso orario e quindi trasmissioni in orari notturni.

Faccio una considerazione e una provocazione riguardo le paralimpiadi dove abbiamo visto atleti con disabilità molto marcate che hanno gareggiato in ogni sport anche i più complicati e quasi impossibili secondo dettami di «normalità».

Atleti e atlete che fanno sacrifici cento volte maggiori di altri sportivi a causa di logistiche situazioni ma che combattono, partecipano, primeggiano e salgono sul podio di premiazione con entusiasmo e gioia per il grande risultato ottenuto.

Questi grandi atlete e atleti dovrebbero essere premiati da tanti altri sportivi che dovrebbero inchinarsi e anche vergognarsi, dovrebbero piangere mettendo al collo una medaglia che è costata una inimmaginabile costanza e sacrifici.

Chiaramente la mia provocazione corre ad alcuni calciatori, tennisti, piloti che certamente sono atleti anche loro con una piccola differenza... vergognosamente economica, di arroganza e anche di prestazione alcune volte chiedo loro di avere il coraggio di mettere al collo una medaglia e ringraziare un para atleta per quello che ha fatto per lo sport e l’Italia. Farebbe capire cosa c’è oltre l’orologio da 200.000 euro e l’ultimo modello della Ferrari. Grazie a tutti i grandi atleti.
Salvatore

Salvatore ha ragione: l’edizione 2024 di olimpiadi e paralimpiadi ci ha riempito occhi e cuore di prestazioni atletiche sublimi. Dire grazie agli atleti italiani - e bresciani - è poco. Meritano l’inchino. Perché quella medaglia conquistata è simbolo di limiti superati, fatica vincente, riscatto raggiunto. Non è mai bello fare classifiche, ma sappiamo bene che c’è chi è più favorito e chi meno, nel fisico o nel tipo di sport praticato, se popolare e retribuito o meno. Ecco perché Salvatore ci chiede - e chiede agli sportivi dei campionati blasonati e applauditi nei fine settimana - di rendere omaggio a chi alla meravigliosa prestazione in gara è arrivato dopo anni di silenzio, costanza e sacrifici. Olimpici ma soprattutto paralimpici. Perché lo sport non è solo mercato. Né stipendi milionari. È soprattutto fatica, orgoglio, energia, barriere che si infrangono e speranza che si diffonde. Vale anche e soprattutto per Brescia, con un medagliere che quest’anno è entrato nella storia e che verrà festeggiato alla grande questa sera, dalle 18, in piazza Loggia, per un grazie corale a chi, con le sue straordinarie prestazioni sportive, ci ha rappresentato a Parigi regalando al mondo preziose lezioni di sport. E di vita. (n.v.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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