Asl Rezzato: tanta scortesia e poca informazione
Di recente mi sono dovuta recare alla Asl di Rezzato per richiedere documentazione inerente alla patologia diagnosticatami. Con mio grande rammarico mi sono imbattuta in un sistema scorretto e disorganizzato per il cittadino lavoratore. Prima di recarmi in loco mi accerto degli orari dell’ufficio sul sito dedicato. Mi presento quindi agli orari indicati e dopo un’attesa, di circa un’ora, noto che una persona, apparsa all’improvviso, appende un foglio alla macchinetta dei numeri con un elastico; avvicinandomi scopro che i giorni in cui si effettuano i servizi di cui necessito, solo tre la settimana e per poche ore, sono ben diversi dagli orari indicati sul sito, che altresì corrispondono ai soli giorni in cui si effettuano anche molti altri servizi. Decido così di tornare un altro giorno, con non poche difficoltà legate al lavoro, accertandomi in anticipo, telefonicamente, che in quel giorno si effettui il servizio di cui avevo bisogno. Al telefono la signorina con cui avevo parlato, omette dirmi che, per una delle due pratiche da me richieste è obbligatoria una fotocopia della carta d’identità. Una volta allo sportello, essendo sprovvista della copia del documento, l’impiegata si rifiuta categoricamente di effettuarmela al momento, anche previo pagamento. Mi invita a ritornare un altro giorno ed esponendo la mia difficoltà a recarmi in giorni lavorativi, mi ricorda scortesemente che «non è un problema suo e assolutamente lei non effettua fotocopie». Nonostante le informazioni incomplete e la estrema scortesia, con tutta la pazienza del mondo, chiedo un attestato di presenza, avendo io dovuto richiedere un permesso lavorativo per recarmi all’ufficio; di nuovo ricevo una risposta negativa e maleducata, nello specifico mi viene ricordato in malomodo, come nessuno mi avesse obbligato a recarmi lì e, citando le parole usate «non si tratta di prestazioni specialistiche per cui sarebbe dovuto un attestato di presenza». Decido così di andarmene, amareggiata dalla situazione spiacevole e dai toni usati nei miei riguardi, ma con non pochi dubbi sulla correttezza di tali comportamenti, che accerterò sicuramente nelle opportune sedi. Oggi però vorrei chiedere a voi una riflessione: è troppo pretendere quantomeno un po’ di cortesia ed educazione da parte di impiegati che lavorano a contatto con un pubblico già compromesso da problemi di salute, che senza possibilità di scelta, deve recarsi alle Asl? È normale che il tempo speso per una richiesta di un certificato relativo ad una patologia accertata non sia oggetto di un giustificativo che attesti l’assenza dal posto di lavoro, al pari di una visita medica?
// Lettera firmataGentile lettrice, temo non sia affatto contemplato il rilascio di un giustificativo per il ritiro del certificato di una patologia, seppur accertata. Semmai, se lavoratori, si può ricorrere ad uno dei permessi previsti contrattualmente. Ma al di là di questo, un comportamento educato e paziente nei confronti dell'utente deve essere un imperativo categorico nella pubblica amministrazione. E in particolare quando, ad esempio, lo scostamento degli orari segnalati sul sito da quelli effettivi, pone l'ufficio dalla parte del torto. O ancora non viene fornita un'informazione o assistenza adeguate a chi si rivolge al servizio. Anche queste in realtà sono patologie da segnalare, con o senza certificato. (g.c.)
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