Allibiti dai discorsi sentiti ad una cena di studenti e prof

AA

Con la mia compagna mi trovavo in queste giornate afose a cercare refrigerio e compagnia in una birreria della città, dove con grande disgusto ho assistito a una riprovevole cena di classe tra alunni e professori per la fine dell’anno scolastico, consumatasi proprio innanzi a me. Ecco, in breve, i fatti: uno, probabilmente due, professori (forse il secondo era solo un amico, con la fede al dito) intrattenevamo una decina di alunne, lo chiamavano profe dandogli il Lei, forse appena maggiorenni ed in abiti assolutamente inappropriati, intrattenere discorsi che ci hanno lasciato allibiti per non dire inorriditi (specifico che siamo entrambi quarantenni). I professori, che dovrebbero essere i loro tutori, hanno permesso che consumassero alcoolici, istigando continuamente tali discorsi; credetemi erano veramente pesanti, sesso e amanti la facevano da padrone. Solo ad un mio richiamo verso il cameriere, con la velata minaccia di avvertire le forze dell’ordine, sulla possibile minore età delle ragazzine in questione. Ha subito chiesto chiarimenti ai «professori» e l’atmosfera si è notevolmente ridimensionata. Non sono bigotto, ma i recenti fatti di cronaca insegnano. Spero che i genitori pongano attenzione a certi comportamenti ed alle frequentazioni dei loro figli.

// Alessandro Francia
Brescia

Ci sono relazioni come quelle educative che non possono «flirtare» con il fascino della trasgressione. Almeno per la parte che riguarda gli adulti. Oggi la funzione formativa degli insegnanti a scuola già è minata da evidenti problemi di autorevolezza. Un atteggiamento troppo confidenziale e superficiale rischia di legittimare in prospettiva comportamenti perlomeno inopportuni nei giovani e di disorientarli. La responsabilità educativa non vale a intermittenza: a scuola sì, in birreria no… Meno ambiguità ci sono nelle relazioni educative, tanto più risultano efficaci. Per cui, senza nostalgie per i tempi andati, fa bene incontrare figure come la mite Maestra Monica ricordata nella lettera che segue. La M maiuscola si deve meritare, e tutti sappiamo in cuor nostro quanto di Maestri, e capaci di mitezza, ci sia bisogno in tempi intrisi di spaesamenti e rancori vari. (g.c.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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