A chi morì costruendo l’autostrada

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«A coloro che caddero per costruire questa autostrada», così recita la scritta in rilievo sull’imponente monumento che si può osservare percorrendo l’autostrada A4 nei pressi del casello di Brescia Ovest. La grande opera ben si difende dal passare degli anni e il tempo, da perfetto galantuomo, tutt’al più ne imbrunisce i nomi ma senza cancellarli.Questi guardano l’incessante viavai scorrere a due passi da loro sfidando come un tempo le stagioni, il sole, la pioggia ed il vento ma potrebbe divenire complice di una eventuale amnesia la posizione della maestosa scultura intitolata ai caduti della strada poiché, pur posta in maniera visibile da lontano e da ogni angolazione, è collocata sulla grande aiuola che fa da spartitraffico ai veicoli che escono dall’autostrada diretti a Brescia ed entranti in direzione Venezia che non consente soste e neppure fermate. Lì non ci può stare nessuno, forse per questo motivo non vi troveremo mai anima viva a sussurrare una preghiera, mettere un fiore o un foglietto con una breve poesia e può capitare che pur sfrecciandovi davanti a migliaia ogni giorno e sebbene campeggi sull’importante arteria da cinquant’anni pochi ne conoscano il significato ed ancor meno i nomi delle persone a cui è dedicata. Con i suoi sei «fulmini» forgiati nel metallo, sei quanti gli uomini che perirono lavorando su questa strada, per questa strada, anela leggera verso il cielo ed è in ogni modo grazie ad essa che rimangono tra noi, impressi nel ferro e nella memoria, sono Angelo Colombo (contitolare dell’impresa costruttrice di un tratto della autostrada), Cava Bettino, Licini Giacomo, Minotti Luigi, Motta Abramo e Motta Giuseppe. Rivestita con lastre di ferro spesse sei millimetri ed alta trentasei metri, come il numero degli anni di Angelo Colombo quando perse la vita travolto da un automobilista a forte velocità nella vigilia di Natale del 1962, fu voluta e costruita con grande maestria per non dimenticare nessuno. Su una piccola targa in ottone (anch’essa alle prese con il tempo) si può ancora leggervi «Anno 1964, Committente Impresa Colombo Felice-Cassano d’Adda, Progettista Architetto Bruno Fedrigolli-Brescia, Calcolatore Ingegnere Carlo Sola-Milano, Costruttore Umberto Simoncelli-Brescia». Anche in questo momento il traffico corre senza sosta ma il rumore sull’asfalto supera in fretta le parole ed i consigli che lo slanciato e pensoso monumento in silenzio vuole dire.
Giuseppe Agazzi Rovato

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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