A casa il sabato: ecco i perché dei genitori contrari
I Docenti dell’Istituto Perlasca di Idro/Vobarno, riunitisi in data 1 febbraio 2016 per confrontarsi e discutere sulla proposta «Settimana corta», anche alla luce delle recenti dichiarazioni mezzo stampa del Presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli, manifestano la propria totale contrarietà. L’attuazione della settimana corta, in un sistema «scuola» come quello italiano, ingessato da norme che in pratica ne limitano l’autonomia e la funzionalità, comporterebbe dal punto di vista pedagogico e organizzativo troppi scompensi che andrebbero ad inficiare il successo scolastico. Infatti: -gli alunni, costretti ad un orario compresso in 5 giorni, si ritroverebbero sottoposti ad un impegno non indifferente in termini di capacità di concentrazione e di rendimento (7/8 ore a scuola continuate per più di 170 giorni annui); -La condizione di studenti pendolari costituirebbe, per la nostra utenza, un ulteriore disagio poiché il rientro nel tardo pomeriggio non consentirebbe loro modalità e tempi di studio adeguati; gli studenti pendolari, già affaticati perché costretti ad alzarsi presto la mattina, raggiungerebbero le proprie abitazioni nel tardo pomeriggio provati da un orario scolastico piuttosto concentrato e non potrebbero studiare in modo produttivo; -nel caso dei rientri pomeridiani gli studenti avrebbero diritto a servizi e spazi mensa adeguati; il nostro istituto però non potrebbe garantire loro condizioni ottimali ma solo soluzioni di ripiego, a scapito dunque della funzionalità e di una corretta alimentazione; -a causa del tempo scuola concentrato in pochi giorni, gli studenti potrebbero non poter aver più tempo nemmeno per le altre attività extrascolastiche (sport, musica, volontariato, danza, ecc); costretti a rinunciare anche a queste, essi perderebbero le opportunità di vita sociale alternativa alla scuola; -nel caso di studenti in difficoltà di apprendimento, che necessitano di più tempo «disteso» per apprendere, la scansione orario prevista dalla settimana corta potrebbe risultare del tutto inopportuna. Poiché la scuola di Valle è anche scuola di inclusione e accoglienza non può sottovalutare questo aspetto pedagogico; -in un tempo scuola così compresso risulterebbe improponibile predisporre corsi di recupero e sportelli di aiuto in orario pomeridiano; lo studente in difficoltà si ritroverebbe dunque ulteriormente penalizzato; -gli studenti di Valle hanno bisogno di restare a scuola anche il sabato, dato che le famiglie spesso lavorano nei fine settimana e le piccole e periferiche realtà geografiche, da cui la maggior parte di essi proviene, non sono in grado di offrire opportunità culturali o di svago che siano qualitativamente arricchenti; -trattandosi di un istituto «polivalente», con cioè una proposta formativa alquanto diversificata anche nell’orario settimanale delle lezioni, risulterebbe impensabile organizzare i rientri pomeridiani in una giornata sola alla settimana. In conclusione, il collegio docenti è convinto che se si adottasse ora la settimana corta, senza cioè che sussistano ancora le condizioni oggettive e strutturali per sostenerla, significherebbe svantaggiare ulteriormente l’utenza della Valle. Il collegio docenti esprime dunque la sua contrarietà alla proposta e ribadisce che la scuola di Valle è il centro della comunità, un luogo di ascolto, di incontro, di discussione, di coinvolgimento anche per il territorio e deve restare aperta tutto il giorno (e non un solo pomeriggio alla settimana), oltre le lezioni curricolari, per offrire momenti di recupero e di potenziamento delle discipline, per proporre attività ludiche, sportive, di intrattenimento e di sperimentazione dove gli studenti possono vivere progetti pensati per loro e svilupparne di propri.
// I docenti dell’I.I.S. «G. Perlasca»Idro/Vobarno
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato