Italia e Estero

«Vita nei campi» tra racconti e viaggio in bici

Unico rammarico l’assenza in Veneto di Giancarlo Buizza, anima e cuore degli alpini di Bottonaga
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Il peregrinare tra i campi dei bresciani è proseguito anche ieri con qualche difficoltà di individuazione. Anche perché molti quest’anno hanno scelto di accamparsi nelle zone fuori Treviso, chi sulle tracce della Prima guerra mondiale, come nei pressi dell’Ortigara o del Grappa, chi scegliendo località turistiche, come Jesolo, ad esempio, per poi convergere oggi in città per la sfilata. Penne nere sono state viste persino alla Biennale a Venezia!

Vicino alla Cittadella degli alpini, però, attira la nostra attenzione lo striscione del Gruppo di Chiesanuova: sono amici e ci accolgono volentieri. «Abbiamo individuato questa sistemazione comodissima (i locali di un Centro anziani, ndr) - racconta il capo Gruppo Roberto Passeggiati - nella ricognizione di un anno fa e siamo molto contenti». Del resto stanno ancora assaporando il successo della loro recentissima mostra sulla Prima Guerra Mondiale, allestita proprio a Chiesanuova e visitatissima.

Due di loro, Graziano Galeazzi e Giovita Beltramelli, sono venuti a Treviso in bicicletta. Ma hanno scelto la via meno facile: 270 km tra Preseglie, Lago d’Idro, Ledro, Riva, Rovereto, Folgaria, Passo Coe, Bassano del Grappa, dormendo ospiti dei Gruppi di San Zeno Cassola e di una malga a Passo Coe. Bravissimi davvero.

Qui, siccome siamo buoni, non parliamo di un loro alpino recentemente divenuto famoso come «disk jockey»; può sembrare un riferimento oscuro, ma chi sa capirà….

E la giornata si è conclusa, felicemente come è tradizione, dagli amici di Bottonaga, il mio Gruppo alpini, quello diventato noto per la «casoncellata» benefica di ogni anno, a novembre: come sempre disponibili e gentilissimi, a comciare dal capo Gruppo, Marco Gandossi, assieme agli amici del Villaggio Sereno e di Lumezzane San Sebastiano, nel preparare la cena a noi e ai colleghi di Teletutto a tarda sera, dopo la diretta televisiva.

Una piccola nota stonata in questa serata di grande amicizia, però, c’è: l’assenza del «nostro» Giancarlo Buizza, trattenuto a Brescia da un piccolo problema di salute.

Immaginiamo la profonda tristezza per lui, fresco ottantenne, «grande vecchio» delle penne nere di via Corsica ed anima di decine di Adunate. Per lui mille brindisi e cento applausi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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