Italia e Estero

Un treno per Auschwitz, studenti in viaggio contro le tenebre

Prosegue il viaggio degli studenti bresciani sulle tracce di Primo Levi. Domattina la visita al campo di concentramento di Belżec, in Polonia
  • Gli studenti bresciani che partecipano al viaggio della memoria
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Il treno procede lento. È una corsa speciale, ma deve lasciare passare i convogli del traffico ferroviario ordinario, dunque a tratti rallenta, va avanti a passo d'uomo. È quasi come se a bordo il tempo fosse dilatato: dietro ai finestrini il vociare di una comunità in movimento. I passeggeri sono 650 studenti bresciani, partiti sabato mattina sotto una pioggia sottile, che hanno raggiunto in autobus la stazione di Arnoldstein in Austria per poi iniziare il viaggio che preparano in classe da mesi.

Si rinnova anche quest'anno l'appuntamento con «Un treno per Auschwitz» (dal 2 al 5 novembre), il progetto dell'archivio storico Bigio Savoldi e Livia Bottardi Milani che coinvolge 14 istituti superiori di città e provincia e che dedica la sua tredicesima edizione a «Le foreste dense e selvagge» citate da Primo Levi nel romanzo «La Tregua».

Le stesse foreste, fittissime e imperscrutabili, attraverso cui incedono i vagoni carichi di ragazzi che invece hanno voglia di vedere oltre il buio dei boschi, fatti crescere proprio lì per nascondere le fabbriche di morte ideate dai nazisti. Fare luce, per non dimenticare. Squarciare le tenebre del negazionismo. «Avete letto dei parlamentari che si sono astenuti dal voto alla mozione proposta dalla senatrice Liliana Segre, contro l'odio e la violenza?», chiediamo in corridoio, intercettando una fiumana di ragazze che girano per gli scompartimenti a braccetto. «Si, lo abbiamo visto su internet. Ci dispiace», dice una girandosi gli orecchini a cerchio tra i polpastrelli. «A maggior ragione ha ancora più senso essere qui», le fa eco una compagna con tono risoluto.

Nel frattempo i loro amici presentano, nella carrozza Agorà adibita agli incontri di gruppo e ai dibattiti, i lavori preparati a scuola. Ogni istituto (Calini, Copernico, Lunardi, Sraffa, Leonardo, Mantegna, De André, Canossa, Gambara, Capirola, Levi, Perlasca, Tassara Ghislandi, Beretta) ha curato un progetto. C'è chi proietta video girati in classe, chi ha delle slide con grafici e informazioni, chi affida lo svolgimento del tema a una voce fuori campo.

Seduti a terra, mischiati con professori e organizzatori, i ragazzi ascoltano concentrati e rispettosi: sanno bene che questa non è una gita come un'altra. Hanno idea di cosa li aspetta: dopo la notte sul treno, domani sveglia alle 5, colazione e visita al campo di concentramento di Belżec, uno dei principali luoghi di sterminio dell'est della Polonia occupata dai tedeschi.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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