Ucraina, De Zerbi: «Pericoloso muoversi, ci dicono di restare»
Il tecnico bresciano dello Schakhtar Donetsk Roberto De Zerbi questa mattina è intervenuto a Radio Deejay e ha aggiornato circa la situazione che sta vivendo con il suo staff, con molti altri bresciani, nell'hotel di Kiev, in Ucraina, in cui si trova con la parte internazionale della squadra.
«Siamo in contatto continuo con l'ambasciata, ci hanno consigliato di rimanere fermi in hotel per diversi motivi - ha raccontato De Zerbi -. La strada che porta ai confini con Romania e Polonia è bloccata per cui sarebbe rischioso mettersi in viaggio... Anche stanotte abbiamo sentito le bombe, ma ci tranquillizzano perché ai civili stranieri dicono che non succederà nulla».
Quando gli è stato chiesto cosa lo aiuti a restare calmo ora ha risposto: «Mi attacco ai valori che mi ha trasmesso mio padre e in base a questi quindi, è una cosa giusta restare qui attaccati ai ragazzi giovani. Anche io ho paura, ma non posso permettermi di mettere la mia paura davanti a quella dei ragazzi. I ragazzi ucraini della squadra hanno paura di morire, qualcuno potrebbe anche essere chiamato alle armi... il dramma è per loro, noi prima o poi torneremo ma loro resteranno qui». E ancora: «La cosa che mi fa diventare pazzo è non poter fare nulla per aiutare: chi non sa nulla di gruppi e vita di gruppo non capisce e mi prende certamente per scemo per il fatto di essere rimasti. Ad ogni modo nessuno si aspettava quel che sarebbe successo. Ci dicevano che era una cosa soprattutto mediatica».
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