Italia e Estero

Tre cuccioli salvati, raggio di luce nell'inferno del Rigopiano

Il racconto del vigile del Fuoco bresciano che assieme ai colleghi di Usar Lombardia ha strappato alle macerie i tre cuccioli
QUEI TRE CUCCIOLI IN SALVO
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«C’era l’indicazione della possibile presenza di questi cuccioli in un locale caldaie dell’albergo. E così abbiamo provato a entrare, aprendo un piccolo varco. Ma non si sentiva nulla. Abbiamo provato allora ad ampliare il varco fino a quando uno dei cuccioli si è fatto sentire. Allora abbiamo proseguito. Così ci siamo fatti largo, ci siamo inseriti e con grande sorpresa nel locale caldaie abbiamo trovato i tre cuccioli vivi. E in buone condizioni».

Il racconto è quello di Federico De Maria, il vigile del fuoco specialista dell’Usar (Urban Search and Rescue) che assieme ad altri sei colleghi del Comando di via Scuole sta lavorando da domenica all’Hotel Rigopiano di Farindola. E’ stato il suo lavoro, assieme a quello dei colleghi di tutta Lombardia, a consentire il recupero dei tre cagnolini.

Vivi. E’ un’emozione trattenuta quella che traspare dalla voce del vigile del fuoco bresciano chi si è calato in quel vano angusto, sotto le tonnellate di neve che hanno sepolto l’albergo, e ne è uscito con i tre cuccioli. Nel raccontare esige che si rifugga ogni personalismo: è stato un lavoro di squadra di tutto l’Usar Lombardia dei Vigili del Fuoco, delle Unità cinofile del Corpo, di tutti i soccorritori al lavoro. Certo, inutile negarlo, per ciascuno di loro il fatto che sia stata rintracciata ancora vita a 5 giorni dalla slavina, è un appiglio per la speranza di riuscire a strappare all’intrico di macerie ancora persone vive.

  • I tre cuccioli salvati affidati alle cure dei Carabinieri forestali
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I cuccioli, figli di Lupo e Nuvola, i due pastori abruzzesi dell’albergo che erano scampati al disastro fuggendo, sono nati il 4 dicembre e stanno bene. A prendersi cura di loro, dopo i Vigili del Fuoco, sono stati i Carabinieri forestali. Quei batuffoli di pelo bianco sono diventati, inconsapevolmente, un raggio di sole nel buio di quell’inferno di ghiaccio e neve in cui senza sosta tutti gli operanti sono tornati a scavare. Rintracciando purtroppo anche il corpo della settima vittima accertata.

Ma all’appello mancano ancora più di 20 dispersi. Mentre scosse e neve incombono, come la minaccia di nuove slavine. Eppure nessuno si sottrae ad una sfida che appare impari: tra la forza titanica della natura e la caparbia, instancabile tenacia degli angeli in divisa.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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