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Tornano le bombe a Kiev, giustiziati novecento civili

I corpi, sul 95% dei quali sono state trovate ferite da arma da fuoco, sono stati abbandonati nelle strade o hanno ricevuto sepolture sommarie
Profughi ucraini in fuga dalla capitale Kiev - Foto Ansa/Epa/Roman Pilipey © www.giornaledibrescia.it
Profughi ucraini in fuga dalla capitale Kiev - Foto Ansa/Epa/Roman Pilipey © www.giornaledibrescia.it
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Si moltiplicano le notizie sulle stragi di civili in Ucraina, mentre prosegue l'offensiva russa che nella notte ha preso di mira numerose città in tutto il Paese, compresa la capitale Kiev, e il presidente Zelensky ha rinnovato la richiesta di armi all'Occidente ed ha fatto sapere che finora sono tra i 2.500 ed i tremila i soldati ucraini uccisi in combattimento. Il commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino, Liudmyla Denisova, ha riferito con un post su Facebook che è salito a 200 il numero di bambini rimasti uccisi dall'inizio dell'invasione russa, ed altri 360 sono stati feriti. La polizia invece ha diffuso la notizia che sarebbero stati quasi tutti giustiziati a colpi di pistola i 900 civili trovati nella regione che circonda Kiev. I corpi, sul 95% dei quali sono state trovate ferite da arma da fuoco, sono stati abbandonati nelle strade o hanno ricevuto sepolture sommarie.

Nella regione di Zaporizhzhia, invece, le autorità locali denunciano che dall'inizio dell'invasione le forze russe hanno rapito più di 30 tra sindaci e deputati locali. «La maggior parte, più di venti, sono già stati rilasciati. Alcuni di loro hanno lasciato i territori occupati, altri restano al lavoro, non conosciamo il destino del resto di loro», ha detto il capo dell'amministrazione militare regionale, Oleksandr Starukh. L'offensiva russa, che ha preso nuovo vigore ieri, anche in risposta all'affondamento dell'incrociatore Moskva, nave ammiraglia della marina di Mosca nel Mar Nero, ha preso di mira le principali città ucraine, a partire dalla capitale Kiev dove le sirene hanno risuonato nella note ed in mattinata è stata bombardata una fabbrica di carri armati in periferia.

Sotto attacco sono anche Lyschansk e Severodonetsk che secondo il sindaco risulterebbe ora distrutta al 70%. Nella zona è stato colpito un gasdotto che è esploso, uccidendo almeno una persona. Le forze armate ucraine hanno poi riferito di avere respinto 10 attacchi nemici nei territori di Donetsk e Lugansk nelle ultime 24 ore, distruggendo tre carri armati, un veicolo blindato per il trasporto delle truppe, due auto e tre sistemi di artiglieria. Nel mirino dell'esercito russo è ancora soprattutto la città martire di Mariupol, la cui sorte è stata al centro di una riunione fra i vertici militari, dell'intelligence e politici ucraini.

«La situazione è difficile e dura. I combattimenti sono in corso anche questa mattina. L'esercito russo impiega costantemente altre unità per prendere d'assalto la città», ha detto il portavoce del ministero della difesa Oleksandr Motuzyanyk, aggiungendo che la città non è completamente in mano all'esercito russo. «Stiamo facendo di tutto per salvare la nostra gente a Mariupol», ha spiegato Zelensky in un video al Paese ripreso dall'Ukrainska Pravda. La popolazione civile potrà lasciare oggi la città con auto private, nell'ambito di un piano di evacuazione che comprende anche altre cinque città nell'Est del Paese ed un totale di nove corridoi umanitari. A fare il punto complessivo sulla situazione, ed a rivolgere una nuova richiesta di aiuti militari da parte dell'occidente, è stato ancora una volta lo stesso presidente ucraino che, in un'intervista alla Cnn, ha parlato di almeno 2.500-3.000 soldati ucraini morti finora nella guerra. I feriti sarebbero invece circa 10.000 ed è «difficile dire quanti di loro sopravviveranno». Quanto ai civili morti «è più dura» stabilire quanti siano, ammette il presidente dell'Ucraina.

Zelensky ha quindi nuovamente chiesto più armi per Kiev e più sanzioni contro Mosca. «Se qualcuno dice: "un anno o anni", io rispondo "puoi rendere la guerra molto più breve". Più e prima avremo tutte le armi che abbiamo richiesto, più forte sarà la nostra posizione e prima arriverà la pace - ha detto - Prima il mondo democratico riconoscerà che l'embargo petrolifero contro la Russia e il blocco completo del suo settore bancario sono passi necessari verso la pace, prima la guerra finirà».

La Germania da parte sua ha confermato l'intenzione di portare a due miliardi il budget per gli aiuti militari internazionali, la maggior parte dei quali sarà destinata proprio all'Ucraina. Nelle prossime ore è prevista invece la consegna all'esercito di Kiev delle nuove armi Usa, nonostante Mosca abbia minacciato per questo «conseguenze imprevedibili». Il primo ministro ucraino Denys Shmyal è atteso intanto a Washington la prossima settimana, in occasione del vertice tra Fondo monetario internazionale (Fmi) e Banca mondiale (Bm). Con Shmyal viaggeranno il ministro delle Finanze e il governatore della banca centrale ucraini, Serhiy Marchenko e Kyrylo Shevchenko. I tre avranno incontri con funzionari dei paesi del G7 e prenderanno parte a una tavola rotonda sul conflitto tra Kiev e Mosca, ospitata dalla Banca mondiale.

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