Strage Loveparade, archiviato il processo per la morte di Giulia
Il Tribunale di Duisburg ha archiviato il processo per la strage della Loveparade, avvenuta il 24 luglio 2010. Non ci sarà dunque giustizia per le 21 vittime, tra cui la 21enne bresciana Giulia Minola, né per le seicento persone rimaste ferite.
L’archiviazione, proposta dal Tribunale, e condivisa dalla Procura e dai tre imputati rimasti, accusati di omicidio colposo e lesioni colpose, è legata al coronavirus, che anche in Germania sta imponendo limitazioni a tutte le attività, comprese quelle giudiziarie.
Il processo, sospeso dal 4 marzo scorso per l’emergenza sanitaria, era iniziato l’8 dicembre 2017 con dieci imputati tra membri dell’organizzazione (la società Lopavent) e del Comune di Duisburg. Sette posizioni erano però state archiviate nel febbraio 2019, mentre oggi, con 183 udienze svolte, cala definitivamente il sipario anche per gli altri tre imputati rimasti.
Inutile la presa di posizione degli avvocati di parte civile, che nei giorni scorsi avevano manifestato la loro contrarietà all’archiviazione. Il processo sarebbe comunque andato in prescrizione il 28 luglio 2020, a dieci anni dai fatti.
«Non so dire neanch’io come mi sento», commenta a caldo Nadia Zanacchi, madre di Giulia Minola, impegnata da anni con gli altri familiari nella ricerca di verità e giustizia. Amarezza e delusione sono i sentimenti prevalenti: «Sapevamo che sarebbe finita così, ma quando poi succede davvero è diverso - aggiunge -. È come se avessi esaurito la forza di avere dei pensieri».
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