Italia e Estero

Stadi pieni al 75% da marzo e via le mascherine all'aperto

Sono i prossimi cambiamenti, a partire da venerdì, decisi con un'ordinanza del ministero della Salute a fronte della situazione pandemica
Distanziamento tra gli spettatori in tribuna a San Siro - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Distanziamento tra gli spettatori in tribuna a San Siro - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Via le mascherine all'aperto dall'11 febbraio ma sempre in tasca in caso di assembramenti, stadi pieni al 75% da marzo, discoteche che si preparano a riaprire, mentre la curva dell'epidemia continua a scendere rapida e si riducono anche i ricoveri dei bambini.

Il tutto, grazie alla nuova fase in cui sembra essere entrata la pandemia con una discesa progressiva dei casi. A sottolineare il nuovo corso è l'arrivo dell'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, che dall'11 febbraio toglie l'obbligo di indossare le mascherine all'aperto, ma bisognerà comunque portarle sempre in tasca per proteggersi in caso di assembramenti, mentre resta l'obbligo di indossarle al chiuso. Il provvedimento è in linea con le indicazioni del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), per il quale «in ambienti all'aperto in cui il distanziamento non è possibile va considerato l'utilizzo di mascherine per il viso».

Si preparano a entrare in una nuova fase anche gli stadi, nei quali il primo marzo la capienza sale al 75% per le strutture all'aperto e al 60% per quelle al chiuso, come annunciato dal ministro Speranza e dalla sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali. Se la situazione epidemiologica lo consentirà, potrà anche essere avviato un percorso per portare la capienza al 100%.

Fra le regioni, i dati del ministero indicano i maggiori incrementi giornalieri in Lombardia (12.194), Veneto (11.201), Emilia Romagna (10.789), e Campania (10.342). Le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo M.Picone, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), indicano infine che i casi di Covid-19 nelle regioni meridionali non diminuiscono in modo significativo e in alcuni casi si osserva un, seppur contenuto, aumento.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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