Speranza per Eitan, unico superstite della tragedia del Mottarone
C'e un cauto ottimismo per il bambino di cinque anni, l'unico sopravvissuto della strage della funivia di Stresa-Mottarone e ricoverato all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Resta molto grave, ma la risonanza di ieri pomeriggio non ha evidenziato danni neurologici a livello celebrale né del tronco encefalico. Un esito che induce i medici ad avere più speranze sulle possibilità di recupero. «Questo - ha spiegato il direttore generale della Città della Salute Giovanni La Valle - ci autorizza nella giornata di domani (oggi ndr) a cominciare un cauto risveglio».
Oggi sarà importante vedere la risposta del piccolo Eitan, che ora è sedato, che nella tragedia ha perso il papà Amit Biran, 30 anni, studente di medicina che lavorava per la sicurezza della comunità ebraica di Milano, la mamma Tal Peleg, 27 anni e il fratellino Tom di due. Insieme a loro sono morti anche i bisnonni del piccolo, Barbara Cohen Konisky e Itshak Cohen, nonni di Tal, arrivati in Italia da Israele per trascorrere una breve vacanza. Una famiglia distrutta, che risiedeva nel Pavese, ma che ha continuato a tenere rapporti con la propria terra d'origine, come ha ricordato Guido Haspaij, presidente della Comunità ebraica di Milano, che conosceva bene Amit. «Un bel ragazzo, generoso, che non sapeva dire di no. Era sempre sorridente».
A quanto si apprende il bimbo non avrebbe subito traumi al volto e non darebbe l'idea di essere precipitato nella cabina da una quindicina di metri. Si fa così largo l'ipotesi che il padre per proteggerlo e farlo sopravvivere al terribile impatto l'abbia abbracciato. Un ultimo atto d'amore. Come è un gesto d'amore quel peluche che una madre ha lasciato in ospedale per il bambino. Con un biglietto: «Ti lascio il pupazzo di mio figlio per giocare e dormire con lui. Ti voglio bene». Firmato «Una mamma».
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