Silvia Romano, deputato della Lega la definisce «neo-terrorista»
Gli insulti, i messaggi anche di morte della campagna d'odio nei confronti di Silvia Romano, bersagliata via social ma anche con lettere per aver scelto di abbracciare l'Islam e per il presunto riscatto pagato in cambio della sua libertà, hanno portato la Procura di Milano ad aprire un'inchiesta per minacce aggravate e la madre a dire che chiunque dopo un'esperienza del genere «tornerebbe convertito».
Intanto prosegue il passaggio frequente di pattuglie delle forze dell'ordine lungo la via di Milano dove Silvia è tornata a vivere con la madre e la sorella. Dalla vetrata del portone nel quartiere Casoretto sono stati tolti quasi tutti i cartelli con i messaggi di benvenuto per la giovane cooperante.
E poi c’è la politica: bagarre in Aula alla Camera dopo che il deputato della Lega Alessandro Pagano ha definito Silvia Romano «la neo-terrorista». Pagano è stato ripreso dalla vicepresidente della Camera Carfagna: «Non è accettabile che si accusi di terrorismo una cittadina italiana che è stata prigioniera per 18 mesi di un gruppo di feroci criminali. Ancora meno accettabile è che questo avvenga nell'Aula della Camera».
«Le parole d'odio rivolte a Silvia Romano nell'Aula della Camera sono violente e inaccettabili. Montecitorio è il luogo del dibattito e del confronto, anche acceso, non la sede per formulare insulti a una giovane che viene da diciotto mesi di inferno». Lo dice il presidente della Camera Roberto Fico.
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