Sicurezza sul lavoro e occupazione, «solo così si cresce»
Vite spezzate sul lavoro. Tragedie che non devono ripetersi. Cgil, Cisl e Uil dedicano la festa dei lavoratori alla salute e sicurezza dicendo «basta morti» nelle fabbriche, nei cantieri, nei porti e nei campi. Una «strage continua» e «inaccettabile». Dal corteo e dal palco del Primo maggio a Prato, i segretari generali, Susanna Camusso, Annamaria
Furlan e Carmelo Barbagallo chiamano tutti alla responsabilità - anche sul fronte politico e della formazione del nuovo governo -, indicano l'urgenza di aumentare gli investimenti e la prevenzione, di rafforzare i controlli ma anche le sanzioni per fermare la catena di infortuni e le nuove forme di «schiavitù».
Tema prioritario, insieme al sostegno all'occupazione a cominciare dai giovani. «La crescita del lavoro e la sua qualità restano centrali per ogni strategia di governo», afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia al Quirinale. Un messaggio, in occasione del Primo maggio, arriva anche da Papa Francesco: «Celebriamo San Giuseppe lavoratore ricordandoci sempre che il lavoro è un elemento fondamentale per la dignità della persona».
Qualità del lavoro e dignità che più volte richiamano i sindacati. Solo nei primi tre mesi di quest'anno si contano 212 casi mortali denunciati all'Inail. «Tredicimila morti sul lavoro negli ultimi dieci anni sono il tributo che abbiamo pagato e che non vogliamo pagare più», duce Furlan dal palco, lanciando «un appello forte» alle imprese e alle istituzioni. «Abbiamo bisogno di una strategia nazionale sulla sicurezza per costruire un Paese migliore», rimarca Camusso. Ci sono «troppi morti sul lavoro per il profitto. Dobbiamo fare in modo che questo cambi, altrimenti ne avremo altri sulla coscienza», dice Barbagallo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato