Si sblocca il ddl Zan: calendarizzato al Senato
Si sblocca il disegno di legge contro l'omotransfobia al Senato: è stato incardinato nella commissione Giustizia dopo settimane di polemiche, rimpalli pressing e resistenze. Messa ai voti la calendarizzazione, è passata con 13 sì e 11 no. A chiedere da tempo l'avvio della discussione sono Pd, M5s, Leu e Italia viva. Contrario il centrodestra. Il provvedimento è stato approvato in prima lettura alla Camera il 4 novembre 2020.
Come ha riferito in aula il presidente Andrea Ostellari della Lega, lui sarà relatore del provvedimento che sarà incardinato entro maggio. Successivamente, quindi, la commissione definirà un calendario dettagliato per l'esame di ogni provvedimento, stabilendo l'inizio dell'esame e l'eventuale calendario di audizioni.
Nelle scorse settimane Vanity Fair ha lanciato su twitter la campagna con l'hastag #diamociunamano a favore dell'approvazione del ddl Zan. Attori, cantanti e politici si presentano con una semplice scritta sul palmo della mano: « ddl Zan». Da Loredana Bertè a Alessandra Amoroso, dai Tiromancino a Roberto Saviano tantissimi hanno pubblicato una loro foto chiedendo l'approvazione del provvedimento.
«In questi mesi sono affiorati diversi dubbi sul testo del ddl Zan in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, condivisi da persone di diversi orizzonti politici e culturali. È necessario che un testo così importante cresca con il dialogo e non sia uno strumento che fornisca ambiguità interpretative». Lo sottolinea la Cei.
«L'atteggiamento che è stato di Gesù Buon Pastore ci impegna a raggiungere - dicono i Vescovi - ogni persona, in qualunque situazione esistenziale si trovi, in particolare chi sperimenta l'emarginazione culturale e sociale. Il pensiero va in particolare ai nostri fratelli e sorelle, alle nostre figlie e ai nostri figli, che sappiamo esposti anche in questo tempo a discriminazioni e violenze. Con Papa Francesco desideriamo ribadire che "ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza". Alla luce di tutto questo sentiamo il dovere di riaffermare serenamente - conclude la Cei - la singolarità e l'unicità della famiglia, costituita dall'unione dell'uomo e della donna».
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