Italia e Estero

Scuola e industria: l'obbligo del green pass fa discutere

La categoria dei docenti sembra essere l'unica al momento indicata per poter seguire la scia di quanto già imposto ai sanitari
Green pass - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Green pass - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Non c'è ancora accordo nella maggioranza e tra governo e regioni sull'utilizzo del green pass e sulla revisione dei parametri del monitoraggio con i quali vengono assegnati i colori delle regioni: sia la cabina di regia politica sia la Stato-Regioni sono slittate, anche se viene confermato che ci sarà il Consiglio dei ministri nelle prossime ore per approvare il nuovo decreto.

Scuola

Ripartire a settembre con le lezioni in presenza, ma anche con provvedimenti affinché il virus non circoli tra i banchi. Aumenta il fronte dei favorevoli all'obbligo del vaccino per il persone scolastico: in campo scendono anche i presidi, in attesa di incontrare il ministero dell'Istruzione in vista del ritorno dei ragazzi negli istituti a settembre. E se le Regioni auspicano almeno l'applicazione del green pass nelle scuole in cui dovessero verificarsi eventuali focolai, i dirigenti scolastici ritengono che «bisogna andare oltre», serve vincolare il lavoro degli insegnanti alla loro immunizzazione, altrimenti negare l'insegnamento in presenza. Ovvero la Dad come ultima ratio per far fronte agli irriducibili del vaccino.

«Serve l'obbligo per il personale scolastico», chiarisce senza mezzi termini l'Associazione nazionale presidi.

La categoria dei docenti sembra essere l'unica al momento indicata per poter seguire la scia di quanto già imposto ai sanitari. Su questo «il confronto è in atto», spiega la sottosegretaria all'Economia, Cecilia Guerra, ed «è una discussione che si deve fare laicamente, ma - sottolinea - la mia opinione è che si possa arrivare a questo». Da un punto di vista legislativo la mobilitazione è già partita. Dopo aver presentato in Parlamento il ddl sull'obbligo ai prof, la promotrice del provvedimento - Licia Ronzulli, presidente della commissione parlamentare per l'Infanzia - ha consegnato il documento direttamente al ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, auspicando una velocizzazione dell'iter così com'è successo per medici e infermieri. Il pressing arriva anche dal presidente della Commissione Istruzione, Riccardo Nencini, il quale ha chiesto l'audizione di Bianchi, prevista per la prossima settimana, ed ha annunciato che porrà la questione.

Il prossimo 27 luglio il ministro incontrerà i sindacati per discutere della ripartenza e anche in quella circostanza sarà invocato dalle categorie un provvedimento forte. I dirigenti sottolineano comunque la necessità di un «lavoro di pulizia sulle banche dati delle vaccinazioni» dell'intera popolazione, che vanno incrociate con quelle dei dipendenti della pubblica istruzione, perché da un certo momento si è proceduto solo alle somministrazioni per fasce di età (dunque anche di docenti e personale scolastico che non ha dichiarato la qualifica al momento dell'inoculazione): per questo la cifra degli effettivi immunizzati nelle scuole rischia di essere «un pò aleatoria». E proseguono - ancora nelle prossime ore - le riunioni al ministero sul protocollo di sicurezza per la riapertura, anche alla luce dell'ultimo parere fornito dal Cts. In quel verbale il Comitato Tecnico Scientifico aveva avanzato «una forte raccomandazione al decisore politico, affinché ogni sforzo sia fatto per raggiungere un'elevata copertura vaccinale», anche «attraverso l'individuazione delle ulteriori misure, anche legislative». Argomenti sul quale il ministro rifletterà insieme agli esperti e alle autorità di Governo. I primi provvedimenti in vista del prossimo settembre intanto sono già arrivati: sul «trasporto scolastico dedicato», è stato istituito al ministero delle Infrastrutture un fondo di 150 milioni di euro per il 2021 a favore delle amministrazioni comunali, come ha annunciato il titolare del dicastero, Enrico Giovannini, proprio per potenziare questo aspetto. Le annunciate sospensioni continuano invece ad arrivare per il personale degli ospedali che ha rifiutato le dosi: sono state avviate anche a Vicenza e provincia le prime sospensioni dei sanitari non vaccinati contro il Covid e se questi ultimi dovessero poi presentare in futuro il certificato vaccinale sarà attivata la procedura di revoca del provvedimento. 

Aziende

Come era prevedibile l'ipotesi di Confindustria su un green pass anche nelle fabbriche, forse nell'intenzione di spronare il governo a misure più restrittive in termini di prevenzione dei contagi sui luoghi di lavoro, trova l'opposizione rinnovata dei sindacati. Accanto a loro si schiera anche il presidente della Camera, Roberto Fico, che si dice contrario alla proposta filtrata ieri dagli industriali mentre riserve arrivano anche da un'altra delle associazioni di categoria, la Coldiretti, che mette in guardia sulla possibilità di avere scarsità di raccoglitori e di approvvigionamento alimentare. Il tema resta in ogni caso divisivo al momento, come l'obbligo vaccinale di altre categorie di lavoratori, ad iniziare dagli insegnanti e dal personale della scuola dove l'attesa degli ultimi giorni dovrebbe servire a convincere gli operatori del settore prima di prendere in considerazione una stretta ulteriore.

La Cgil interviene con il suo segretario generale, Maurizio Landini, sottolineando che Confindustria non può decidere su questioni demandate alla sola responsabilità dell'Esecutivo. «Spero che sia il caldo», commenta il leader di Corso d'Italia la proposta sul Green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro. Poi spiega: «In questo anno di pandemia i lavoratori sono sempre andati in fabbrica in sicurezza. Rispettando i protocolli e le norme di distanziamento. Non sono le aziende che devono stabilire chi entra e chi esce».

Landini aggiunge: «Certamente una scelta di questo tipo la può compiere solo il governo».

Per la Cisl «il ruolo delle parti sociali è favorire in maniera responsabile la vaccinazione in tutti i luoghi di lavoro e nelle aziende che si sono rese disponibili a costituire hub vaccinali aggiuntivi a quelli della sanità pubblica, come avevamo sottoscritto il 6 aprile scorso insieme alla Confindustria ed alle altre associazioni imprenditoriali per tutelare la salute collettiva e quella dei lavoratori. Porre dei vincoli di accesso ai luoghi di lavoro mediante il green pass non rientra nel perimetro del protocollo ed in ogni caso è una modalità discriminatoria di controllo che non può essere imposta con una circolare alle aziende».

Per il governo interviene la sottosegretaria all'Economia, Cecilia Guerra, aprendo sostanzialmente ad un green pass nella scuola e affermando che per il resto la decisione debba essere presa dal governo e non dai datori di lavoro autonomamente. «Non arriveremo all'obbligo della vaccinazione per tutti i cittadini», sottolinea, aggiungendo come in questo contesto «le decisioni vadano prese congiuntamente» e non ci possono essere decisioni unilaterali». Per gli insegnanti e il personale scolastico «il confronto è in atto ma è chiaro che nei luoghi dove non ci può essere distanziamento va fatta una riflessione. Il confronto sull'obbligo potrebbe porsi come per il personale sanitario. È una discussione che si deve fare laicamente ma la mia opinione è che si possa arrivare a questo». 

L'obbligo del green pass sul lavoro mette a rischio le forniture alimentari del Paese dove solo la metà della popolazione è completamente vaccinata, con difficoltà per l'arrivo di stagionali dall'estero dai quali dipende 1/4 dei raccolti Made in Italy è la posizione espressa dalla Coldiretti che ricorda come nelle campagne la raccolta di frutta e verdura sia in piena attività, mentre tra poche settimane inizierà la vendemmia. Appuntamenti non rinviabili che riguardano prodotti altamente deperibili già colpiti dagli effetti del maltempo. A preoccupare sono gli ostacoli per l'arrivo dei 368 mila lavoratori provenienti da 155 Paesi diversi che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura, fornendo il 29% del totale delle giornate necessarie al settore; persone che per la grande maggioranza collaborano da anni nelle aziende e che ogni anno attraversano il confine per poi tornare nel proprio Paese. Sul tema anche il presidente della Camera Roberto Fico interviene per dirsi in disaccordo con Viale dell'Astronomia: «Il governo sta lavorando. Vedremo cosa verrà fuori dalla cabina di regia», aggiunge. «Io sono vaccinato con con due dosi. Spero la campagna vaccinale possa proseguire nel modo migliore anche informando, ascoltando, comprendendo. Penso che l'ascolto sia fondamentale». 

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