Italia e Estero

San Giovanni, i riti contadini della notte più magica dell'anno

Dall'acqua che porta fortuna ai mazzetti di erbe spontanee da raccogliere e conservare: cosa dice la tradizione
Una ciotola di acqua di San Giovanni, dalle virtù purificatrici
Una ciotola di acqua di San Giovanni, dalle virtù purificatrici
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Molti di voi conosceranno già i riti legati alla notte di San Giovanni, grazie alle secolari tradizioni contadine tramandate da mamme e nonne, e anche quest’anno non avranno perso l’occasione. Invece per chi non lo sapesse e volesse segnarselo in calendario per il 2021, la notte appena trascorsa - quella a cavallo tra il 23 e il 24 giugno - è considerata «magica» sotto tanti punti di vista.

Legata al solstizio d’estate che è trascorso da pochi giorni (quest'anno è caduto il 20 giugno alle 23.43), la ricorrenza di San Giovanni è contornata da un’aura di mistero e pare che, se celebrata, porti fortuna e possieda virtù curative, purificatrici e protettrici. Sembra infatti che, dopo che nel giorno più lungo dell’anno la natura ha raggiunto l’apice della sua rigogliosità, per gli antichi fosse importante prepararsi al peggio dietro l’angolo. Essendo l’estate foriera di siccità, temporali e malattie che possono rovinare i raccolti, nella notte di San Giovanni ci si ingegnava per proteggersi. Da qui, tutti i riti legati alla notte che molti chiamano «delle streghe».

Vediamo i più diffusi.

L’acqua di San Giovanni
Per evitare situazioni nefaste si prepara l’acqua di San Giovanni, che si fa raccogliendo la rugiada - che simboleggia la Luna - con cui lavarsi mani e viso il mattino del 24 giugno, anche se la preparazione inizia la sera prima. Per ottenere il proverbiale elisir si prepara in una ciotola una misto di erbe e fiori spontanei, raccolti rigorosamente dopo il tramonto, come ad esempio iperico, lavanda, artemisia e malva, fiori e foglie di menta, rosmarino e salvia, a cui è possibile aggiungere petali di fiordaliso, papavero, rosa o camomilla, in base alle fioriture del territorio. Messe in acqua, si lasciano all’esterno per tutta la notte, così che possano assorbire la rugiada del mattino.
Come detto, l'acqua di San Giovanni può essere usata per lavarsi viso e mani in segno di buon auspicio, ma anche per fare il bagnetto ai neonati o per rigenerare la pelle.

Le erbe di San Giovanni
Molto diffusa in Calabria, un’usanza prevede di appendere mazzetti di erbe di San Giovanni dietro le porte delle cucine per proteggere la casa e i suoi abitanti. Il bouquet propiziatorio si ottiene cogliendo erbe miste - iperico, artemisia, ruta, mentuccia, rosmarino, prezzemolo, aglio, lavanda - dopo il tramonto del 23 giugno, lasciandole all’aperto per tutta notte. Sempre legato a questioni di cuore e di fidanzamenti, è il rito delle bambole di pezza, riempite con le stesse erbe, che le madri regalano alle figlie per augurare fertilità. Un altro rito: se una ragazza nubile la sera del 23 si brucia un cardo e il giorno dopo è ancora verde, allora arriverà presto un uomo a chiedere la sua mano.

L’albume nel vetro
In molte regioni italiane, soprattutto al sud, la tradizione contadina della barca di San Pietro e Paolo non si celebra nella notte tra il 28 e il 29 giugno, come a Brescia, ma proprio a San Giovanni. Il rito è però molto simile: messo un albume d’uovo in un contenitore con dell’acqua lasciato nottetempo sul davanzale, al mattino si potrà interpretare il disegno ottenuto, simile a una nave, per conoscere il futuro. Più saranno numerose e spiegate le vele della barca, più il raccolto sarà abbondante.

I falò
Come a metà quaresima, anche in occasione dell’inizio dell’estate accendere un fuoco pare essere propiziatorio. In quest’occasione si festeggia il sole, bruciando le erbe vecchie, per poi saltare il fuoco così da attirare la fortuna. Alla fine, le ceneri ottenute si spargono sui capelli.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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