Italia e Estero

Sì alla spesa in un altro paese se il supermercato non c’è

Con un ritrovato chiacchiericcio per le strade e le prime prove di distanza fisica dentro le aziende, la Fase 2 è arrivata in tutta Italia
L'assenza di supermercato è una giustificazione per andare in un altro Comune
L'assenza di supermercato è una giustificazione per andare in un altro Comune
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Posso andare in un altro comune a comprare il pane? Il supermercato più vicino è dentro i confini di un altro paese, posso andare? Mi serve una medicina che dal mio farmacista non c’è, cosa faccio?

Con un ritrovato chiacchiericcio per le strade e le prime prove di distanza fisica dentro le aziende, la Fase 2 è arrivata in tutta Italia. Per chiarire i dubbi nati dal dpcm del 26 aprile il Governo ha pubblicato una serie di Faq (risposte a domande frequenti). Ma, com’è normale con le situazioni nuove, qualche incertezza su cosa si può fare e cosa no è rimasta.

Per esempio, come ha scritto alla redazione il signor Giampaolo di Roncadelle, anche in questi giorni torna il grande tema della spesa: è possibile farla in un comune diverso rispetto a quello di residenza? Il decreto del 26 aprile, entrato in vigore il 4 maggio, prevede che ci si possa spostare per ragioni dettate da «comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e per incontrare i congiunti», purché all’interno della propria Regione.

Né il testo del nuovo decreto né la circolare diramata da Palazzo Chigi fanno riferimento alla spesa. Pertanto, vale quanto espresso in precedenza dagli altri decreti: gli spostamenti in un altro comune restano vietati, eccetto che per i motivi sopra elencati. Tuttavia, specie nei paesi più piccoli, non sempre si riesce a trovare tutto quello che si cerca: per i generi di prima necessità, come alimenti o farmaci, che non sono disponibili nel proprio comune è quindi possibile recarsi in un altro Comune.

Lo ha chiarito anche il vice-capo di Gabinetto della Prefettura di Brescia Monica Vaccaro: «Per i farmaci e per gli approvvigionamenti, laddove la media e grande distribuzione non c'è, ci si può recare nel comune limitrofo». Sul sito del governo, si trova anche questa precisazione: «Si può considerare giustificato lo spostamento dal Comune di residenza nel caso in cui il punto vendita per l’approvvigionamento di generi alimentari più vicino o più accessibile rispetto alla propria abitazione si trovi nel territorio di un Comune confinante».

È obbligatorio indossare la mascherina o una protezione per il viso e i guanti.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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