Italia e Estero

Radio Kiev, Slava: «Sono tutti pronti per combattere»

Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti in Ucraina
Alla stazione di Przemysl, 12 chilometri dal confine con l'Ucraina, persone in fila al gelo in attesa che il treno appena arrivato da Leopoli riparta verso la guerra - © www.giornaledibrescia.it
Alla stazione di Przemysl, 12 chilometri dal confine con l'Ucraina, persone in fila al gelo in attesa che il treno appena arrivato da Leopoli riparta verso la guerra - © www.giornaledibrescia.it
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Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

Slava, il nostro «inviato speciale» dall'Ucraina parla del treno verso Leopoli, del treno dal sud verso il confine occidentale. E ti sembra di stare insieme ai milleduecento stretti, con la sola borsa, non si può portare una valigia, bambini, donne, anziani. venti ore di viaggio. I russi non bombardano i treni. Ma è un viaggio infernale, di sofferenza, di pianti, non si arriva mai. Me lo riferiscono testimoni oculari, ho dei video che parlano di quello che dico.

Uno degli amici di Slava si chiama Constantin e un amico di Costantin, dice Slava, che vive a cinque minuti di strada a piedi dalla cattedrale di Kiev, ripete che tutto ora è calmo nel centro. «Sono tutti pronti per combattere - spiega -in ogni parte. Gli scontri sono in periferia. Quando parlo di periferia di Kiev, dovete pensare che c'è la distanza come da Monza a Milano».
I "lupi solitari", agenti russi travestiti, infiltrati, sono spariti. «L'attesa adesso - riprende Slava - è a Odessa. I russi fanno disinformazione. Non è vero che Dnipro, la città più importante sotto il profilo economico dell'Ucraina è stata bombardata, falso. Dnipro difende i ponti, sul grande fiume Dnieper ha pronto truppe bene armate. Dnipro, come Kiev non cade. Ho già detto di Odessa, uguale a Napoli come spirito e come carattere. Anche Karkhiv non è stata occupata, si combatte metro per metro».

I morti sono migliaia, molti morti rimangono nel posto dove sono stati abbattuti. Gli altri vengono portati in luoghi refrigerati. Vengono in mente certe notti della pandemia, quando i morti furono portati via con i camion dell'esercito.

«Abbiamo perso la centrale nucleare - riconferma Slava - i nostri miliziani e la gente comune non sono riusciti a fermare i russi. Loro, i russi, sono peggio dei nazisti». Slava ritorna al treno, a quel treno che devi prendere con una borsa in mano e poi resistere venti ore per mettere in salvo i bambini. «Ho un nipote a Dnipro - conclude Slava - con due figli di 5 e 7 anni -. Speriamo. Più tardi sento mia madre. Sempre più coraggiosa». 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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