Radio Kiev: «Le telefonate intercettate di quei soldati russi»
Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.
Slava è in possesso di un'intercettazione dei servizi segreti ucraini in cui si ascoltano dei soldati russi prigionieri parlare con madri e fidanzate.
«Le cose che ho ascoltato nell'intercettazione non sono false notizie, le ho sentite dai testimoni oculari. I soldati russi dicevano alle loro madri e alle fidanzate che ci sono tanti morti, tanti amici uccisi, che erano entrati in una casa ed avevano trovato molti cucchiai e molte forchette d'argento, che si erano impadroniti dei cellulari degli ucraini perché altrimenti non potevano telefonare.
I russi attaccano ucraini perché filmano questi interrogatori e non si ricordano di ciò che fanno a Mariupol e in tante città dell'Ucraina.
Mi ha colpito quello che ha detto il capo della Germania, Sholz, ha detto che il popolo russo non è Putin e mi ha colpito molto quanto detto da un'Associazione dei Diritti Umani, allo stesso modo.
Qui in Italia noi ucraini ringraziamo la solidarietà per la nostra gente. Vediamo che le vicende dell'Ucraina sono molto seguite dalla televisione italiana, ma resto stupito quando vedo che la trasmissione preferita è il Grande Fratello. Come nel libro di Ray Bradbury, Fahrenheit 451, dove una ragazza corre a casa per vedere una trasmissione banale mentre vengono bruciati tutti i libri della sua città. La vita scorre sempre sul dramma e sul ridicolo. La campana oggi suona per l'Ucraina e domani potrebbe suonare per l'Europa».
Slava stacca presto, stasera, ha sullo stomaco le critiche non equivalenti verso i russi e verso gli ucraini, ricorda che Putin è terrorista e uccide migliaia di cittadini indifesi, donne e bambini.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato