Perché il ritardo del vaccino di AstraZeneca è una brutta notizia
È «improbabile» che l'Ema riesca a dare il via libera al vaccino AstraZeneca/Oxford a gennaio. Lo sostiene il vice direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco, Noel Wathion, in un'intervista al quotidiano belga Het Nieuwsblad. «Non hanno ancora fatto domanda», ha aggiunto sottolineando che «servono altri dati sulla qualità del vaccino».
L'azienda farmacautica britannica non sembra avere dubbi sull'efficacia del vaccino, tanto che proprio questa settimana Pascal Soriot, ad di AstraZeneca, ha dichiarato al Sunday Times che è «efficace al 95%», come quelli già approvati di Pfizer e Moderna, «ed è in grado di eliminare al 100%» i sintomi gravi che portano ai ricoveri per Covid-19.
Se già in Inghilterra il via libera alla commercializzazione risulterebbe in arrivo dopodomani e la commercializzazione viene ipotizzata per il 4 gennaio, la diffusione sul mercato dei Paesi europei appare destinato a slittare.
Una doccia gelata specie per l'Italia che del vaccino di AstraZeneca ha acquistato ancora a giugno, assieme a Germania, Francia e Olanda 400 milioni di dosi. Al nostro Paese in particolare sono destinate 40,38 milioni di dosi, quasi il doppio di quelle acquistate alla cordata Pfizer/BioNTech (26,92 milioni), che assieme ai quantitativi richiesti a Moderna, Johnson&Johnson, Sanofi e CureVac, vedono destinate all'Italia 202 milioni di dosi.
L'ordine affidato ad AstraZeneca (che ha sviluppato il vaccino coinvolgendo anche l'azienda italiana Irbm di Pomezia) era stato ufficializzato dal ministro della Salute Roberto Speranza, che a metà dicembre dava per certa la consegna di almeno 10 milioni di dosi tra gennaio e marzo.
Il ritardo nella richiesta di autorizzazione è dovuto a test da ripetere circa l'efficacia, a seguito di una seconda sperimentazione con dati preliminari che non avevano soddisfatto la comunità scientifica. La circostanza potrebbe avere ricadute sulle tempistiche di vaccinazione dei cittadini italiani. L'Unione Europea starebbe correndo ai ripari, acquistando 100 milioni di dosi da Pfizer/BioNTech.
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