«Non ci sono prove sull’efficacia e sulla sicurezza di Avigan»
«Al momento non esistono prove scientifiche cliniche che dimostrino l'efficacia e la sicurezza di Avigan contro Covid-19 nei pazienti».
Lo spiega il Corporate Senior Director Fujifilm Italia Mario Lavizzari in seguito alle notizie su una sperimentazione in Italia. Fujifilm prevede di avviare uno studio clinico in Giappone. «Fujifilm è al corrente della grave situazione che si sta verificando in Italia, tuttavia in questa fase Fujifilm non è in grado di divulgare alcun piano per l'uso di Avigan in altri paesi».
Le notizie sul farmaco, il cui nome generico è favipiravir, sono peraltro controverse. Pio D’Emilia, giornalista italiano che lavora in Giappone, racconta in un servizio realizzato per Sky Tg24 di come possa avere gravi effetti collaterali, come malformazioni nei feti nel caso in cui sia assunto da donne in stato di gravidanza. La presunta efficacia del farmaco è stata sostenuta da Cristiano Aresu, il quale ne ha parlato in un video diventato virale e ripreso poi dai media italiani. D’Emilia ha provato a incontrarlo, ricevendo però un rifiuto.
L’azienda, dal canto suo, non cita gli effetti collaterali riportati sul sito dell’agenzia del farmaco giapponese, la Pmda, in merito al favipiravir. Avigan, spiegano dalla Fujifilm, è ora somministrato a pazienti di Covid-19 in Giappone ai fini di uno studio di osservazione condotto da istituzioni mediche che cooperano con i team istituiti dal Centro Nazionale per la Salute e la Medicina Globali del Giappone (National Center for Global Health and Medicine of Japan).
«Sappiamo anche che Favipiravir è stato somministrato a pazienti Covid-19 in Cina. Fujifilm non ha svolto alcun ruolo nelle ricerche di cui sopra e non è quindi in grado di commentare questi risultati», si legge nella nota.
Avigan è stato sviluppato da Fujifilm Toyama Chemical, multinazionale con sede a Tokyo, ed è stato approvato nel 2014 in Giappone come farmaco anti-influenzale. Deve essere somministrato a coloro che sono stati infettati da una nuova influenza o dal riemergere delle infezioni del virus dell'influenza, quando un altro farmaco antinfluenzale non funziona, si spiega nella nota dell'azienda. Il farmaco deve essere fornito solo a discrezione del Ministero per la Salute, il Lavoro e il Welfare in Giappone (Health, Labour and Welfare Ministry in Japan). L'azienda fa anche sapere «di essere impegnata in queste settimane, con la propria tecnologia e i propri tecnici a fianco di tante strutture mediche in Italia e nel mondo».
In Italia è stato ad ogni modo avviato uno studio sull’efficacia di questo farmaco. Le risposte «non arriveranno prima di 3 o 4 settimane», ha spiegato il presidente dell'Agenzia italiana del faramco (Aifa), Nicola Magrini, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. «Abbiamo cominciato studi clinici su due farmaci da utilizzare contro il coronavirus già da una settimana. Uno è un antivirale, l'altro è il Tocilizumab. A mio avviso si è parlato un po’ impropriamente di questo vecchio farmaco antinfluenzale, l'Avigan, creando alte aspettative. Oggi, visti i dati preliminari disponibili, il comitato tecnico-scientifico ha pensato a uno studio sull'Avigan ma le risposte non arriveranno prima di 3 o 4 settimane».
La sperimentazione inizierà anche negli ospedali lombardi, come hanno annunciato ieri gli assessori regionali Giulio Gallera (Welfare) e Davide Caparini (Bilancio). Caparini, che è anche membro dell'Aifa ha spiegato che «è importante capire» che il farmaco «è in fase di sperimentazione e »non ci sono dati certi. La sperimentazione partirà, sarà definita la modalità di somministrazione nel rispetto del volere del paziente, ma servirà tempo per capire» l'effettiva efficacia, ha aggiunto Caparini.
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