Missili iraniani in Iraq: militari italiani al riparo nel bunker
«In queste ore difficili siamo tutti vicini ai militari italiani in missione a Erbil e in tutto il territorio iracheno»: lo scrive su Twitter il commissario europeo Paolo Gentiloni dopo che nella notte l'Iran ha lanciato missili verso l'Iraq e le basi americane. L'attacco, battezzato «operazione Soleimani Martire», tocca anche l'Italia che è impegnata in zona: i soldati italiani sono stati messi in sicurezza in un bunker e sono tutti illesi.
Per l'esercito di Baghdad non è stato colpito nessun militare iracheno.
L'Iran ha lanciato quindici missili a corto raggio in risposta all'assassinio di Soleimani: colpite le basi di al-Asad e quella di Erbil, dove è presente anche un contingente italiano. Di questi, secondo un funzionario Usa, quattro non hanno colpito il bersaglio. Secondo un primo bilancio, diffuso dalla Tv di Stato iraniana.
Il presidente americano Trump ostenta tranquillità dopo l'attacco e in un tweet assicura: «Va tutto bene. Abbiamo le truppe più forti e meglio equipaggiate al mondo!».
All is well! Missiles launched from Iran at two military bases located in Iraq. Assessment of casualties & damages taking place now. So far, so good! We have the most powerful and well equipped military anywhere in the world, by far! I will be making a statement tomorrow morning.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 8 gennaio 2020
Da Teheran, il leader supremo Ali Khamenei parla di «uno schiaffo» dato agli Usa e rilancia: «Non è ancora abbastanza, non faremo un passo indietro».
E il presidente Rohani minaccia: «Taglieremo i piedi degli Usa nella Regione».
Preoccupazione nel resto del Mondo, la presidente della Commissione Ue Ursula Von Der Leyen ha chiesto che «L'uso delle armi sia fermato per dare spazio al dialogo».
La Cina chiede «misura e moderazione» a Usa e Iran.
Netanyahu avverte: «Chi cercherà di colpirci riceverà a sua volta un colpo estremamente potente».
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