Italia e Estero

Minacce di morte al ministro Speranza: indagate 4 persone

Ieri il procedimento ha vissuto una significativa accelerazione con una serie di perquisizioni del Nas. Molti gli attestati di solidarietà
Il ministro Roberto Speranza - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il ministro Roberto Speranza - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«Invece che il lockdown ti ammazziamo la famiglia, tu vuoi affamare l'Italia». Erano di questo tenore le minacce indirizzate, via mail, al ministro della Salute, Roberto Speranza, che hanno portato la Procura di Roma ad avviare una indagine.

Ieri il procedimento ha vissuto una significativa accelerazione con una serie di perquisizioni del Nas su disposizione del sostituto procuratore Gianfederica Dito che procede per minacce aggravate a carico di quattro persone. L'attività istruttoria ha riguardato soggetti residenti nelle province di Torino, Cagliari, Varese ed Enna: i carabinieri hanno acquisito i personal computer e i telefoni cellulari che ora dovranno essere analizzati.

L'indagine verte su una serie di messaggi inviati tra l'ottobre del 2020 e il gennaio scorso, quando l'Italia era alle prese con le nuove, drammatiche, ondate di coronavirus. Agli atti sono finite mail dal contenuto pesantemente minaccioso. «Noi prima o poi ammazziamo la tua famiglia - si legge nelle missive - e poi ti spelliamo vivo». E ancora: «la pagherete cara per tutto il terrore che state facendo», «ne ve pentirete di essere nati» e anche «Signor ministro presto ci vedremo o in tribunale o in obitorio?».

Gli inquirenti sono risaliti agli account digitali degli indagati grazie all'utilizzo di sofisticate tecniche investigative telematiche. Gli autori sono tutti italiani di età compresa tra i 35 e i 55 anni, alcuni con precedenti di polizia sempre per minacce. Un lavoro di indagine complesso anche alla luce del fatto che gli indagati utilizzavano indirizzi mail gestiti da server che si trovano al di fuori del territorio europeo.

L'oggetto dei mail era però univoco e riguardava le misure e le restrizioni adottate dal Governo in relazione all'emergenza pandemica. Chi indaga, anche alla luce dell'analisi dei supporti posti sotto sequestro, punteranno a chiarire se dietro queste minacce ci sia una sorta di regia unica e se, in altri termini, non siamo in presenza di «lupi solitari». Gli investigatori vogliono, quindi, accertare se le persone finite nel registro degli indagati facciano parte di gruppi che in questi mesi hanno preso di mira le alte cariche dello Stato per le politiche intraprese contro il Covid. 

Molti gli attestati di solidarietà giunti a Speranza: dal presidente della Camera, Fico, da ministri, tra cui Brunetta, Di Maio e Guerini, e da molte forze politiche. Vicinanza è stata espressa anche dall'Istituto Superiore di Sanità, Federfarma e Ordine dei Medici. Il procedimento aperto a piazzale Clodio, dopo una segnalazione fatta dalla segreteria del ministro, viaggia parallela all'indagine che vede indagate dieci persone per le minacce e gli insulti via social ai danni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Una campagna di odio, che riguardava anche l'ex premier Giuseppe Conte, messa in atto nei giorni del primo lockdown quando l'Italia era chiusa in casa per la prima ondata della pandemia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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