Italia e Estero

Mille bodycam per agenti impegnati in attività di ordine pubblico

Il 18 gennaio il capo della Polizia Lamberto Giannini ha firmato una circolare inviata a tutti i questori che introduce la novità
Bodycam per la Polizia Locale
Bodycam per la Polizia Locale
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Si è parlato spesso, negli ultimi anni, di codici identificativi e bodycam per le forze dell'ordine impegnate in attività di ordine pubblico, anche per via delle numerose petizioni, la più celebre quella di Amnesty International, che ne chiedeva l'introduzione. Quest'ultima- lanciata nel 2018, rivolta all'allora capo della Polizia Franco Gabrielli - era stata firmata anche da Paolo Scaroni, il tifoso del Brescia ferito in modo molto grave durante una carica degli agenti di polizia il 24 settembre 2005, mentre rientrava dalla partita tra il Verona e le rondinelle. Scaorni è rimasto in coma per due mesi ed è attualmente invalido civile. Nel 2019 la Corte d'Appello di Venezia aveva assolto i sette agenti della Celere di Bologna: l'accaduto rimane di fatto impunito anche a causa dell'impossibilità di riconoscere i responsabili del pestaggio.

In questa direzione è molto importante come «ulteriore strumento di documentazione degli accadimenti e, nel contempo, di tutela del personale operante», la circolare firmata dal capo della Polizia Lamberto Giannini ieri, 18 gennaio, e inviata a tutti i Questori. I 15 reparti mobili della Polizia di Stato (noti come «reparto celere»), con i loro 4633 operatori,  presenti su base regionale nel nostro Paese, riceveranno 700 bodycam, le cosidette telecamere indossabili (circa una ogni 6 agenti) al fine di garantire una documentazione dell'operato delle forze dell'ordine. I battaglioni mobili dell'Arma dei Carabinieri ne riceveranno 249. I contenuti multimediali verranno conservati dal sistema «per sei mesi dalla data di effettuazione delle videoriprese». Dunque, per adesso, solo le forze impegnate in attività di ordine pubblico saranno dotate di questo strumento identificativo.

Nel Bresciano, la Polizia Locale di Lonato, Bedizzole e Calcinato, nel 2018, era stata già dotata di sedici bodycam, seppur per svolgere attività ordinaria di servizio.

Come funzionerà l'utilizzo delle bodycam

Prima dell'introduzione della nuova dotazione è stata fatta una valutazione dell'impatto sul trattamento dei dati personali che è stata inviata al Garante della privacy, «di cui sono state recepite le preventive osservazioni». L'impiego delle bodycam dovrà quindi rispettare rigorosamente uno schema operativo: l'avvio della registrazione potrà essere disposto dall'ufficiale di pubblica sicurezza responsabile del servizio «ogni qualvolta l'evolversi degli scenari faccia intravedere l'insorgenza di concreti e reali situazioni di pericolo di turbamento dell'ordine e della sicurezza pubblica o quando siano perpetrati fatti costituenti reato»; la registrazione potrà essere avviata anche dal capo contingente o dal comandante di squadra cui sono assegnate le telecamere; la registrazione dovrà essere interrotta «quando venga meno la necessità di documentare gli eventi»; se la registrazione è stata avviata accidentalmente , oppure «in assenza del requisito della necessità» o in previsione di «situazioni di criticità non verificatesi», l'ufficiale di polizia dovrà disporne la cancellazione.

Al rientro dal servizio le bodycam saranno immediatamente collegate al totem multimediale (docking station) presente presso i reparti mobili o i battaglioni dell'Arma a cura dell'operatore autorizzato al trattamento dei dati. Con questa operazione i file saranno cancellati automaticamente dalla memoria delle videocamere e spostati in uno spazio di archiviazione dedicato (chiamato Nas) cui potranno accedere gli operatori della polizia scientifica per la ricerca di immagini che, in caso di condotte penalmente rilevanti, dovranno essere trasmesse all'autorità giudiziaria.

Sindacati soddisfatti

Soddisfatti i segretari del sindacato Siap Giuseppe Tiani e dell'Associazione nazionale funzionari di polizia Enzo Letizia. «Per ora - spiegano - l'utilizzo è previsto per i servizi di ordine pubblico. Al riguardo continuerà la nostra azione affinché ogni pattuglia che svolge attività di prevenzione e repressione dei reati possa esserne equipaggiata. Siamo convinti che la trasparenza del nostro modo di operare possa contribuire a mostrare che la Polizia è sempre al servizio dei cittadini e del Paese e che non ha nulla da temere». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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