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Marmolada, crolla un enorme blocco di ghiaccio: sei morti

Il distacco nel tratto da Pian dei Fiacconi a Punta Penia. Aperto un fascicolo in procura a Trento: disastro colposo il reato ipotizzato
  • Marmolada, il luogo del distacco
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È di sei morti, 8 feriti di cui uno grave e una decina di dispersi il bilancio provvisorio delle vittime del crollo di un enorme seracco sulla Marmolada. Secondo le prime informazioni il distacco sarebbe avvenuto nel tratto che porta da Pian dei Fiacconi a Punta Penia per la via normale alla vetta della Marmolada.

Sulla Marmolada, a 3.000 metri, trecento dalla vetta, tra punta Rocca e Punta Penia, si è staccato «un fiume di ghiaccio. C'è stato un crollo del ghiacciaio e si è staccata una massa di enormi dimensioni che ha percorso il ghiacciaio per chilometri scavalcando un seracco e arrivando fino nella parte inferiore del ghiacciaio. Tutto quello che potevamo fare in sicurezza è stato fatto. La quota dello zero termico è 4.300 metri e quindi è inutile dire che l'elemento termico è tra quelli determinati ma non escludiamo una combinazione con un evento geologico e domani sarà fatto un sopralluogo».

Lo ha detto il capo della Protezione civile del Trentino, Raffaele de Col, in conferenza stampa a Canazei. «Non abbiamo certezza di nulla sui dispersi, al momento», ha aggiunto il dirigente. «Le chiamate dei famigliari sono parecchie, anche solo per informazioni». 

La procura di Trento ha aperto un fascicolo sul crollo del seracco in cima alla Marmolada che ha causato la morte di almeno sei alpinisti e il ferimento di altri nove, due dei quali in gravi condizioni. Disastro colposo è il reato ipotizzato, al momento a carico di ignoti. Ad occuparsi delle indagini, con il procuratore Sandro Raimondi, è il pm Antonella Nazzaro. 

Le ricerche da parte di personale del soccorso alpino e dei vigili del fuoco sono state sospese, ma proseguono con i droni dei vigili del fuoco. Anche questa notte il ghiacciaio sarà illuminato e proseguiranno i controlli. Domani sarà fatta una valutazione con i glaciologi di Arabba e Meteo Trentino e anche un geologo valuterà le cause del crollo.

La valanga sulla Marmolada è «un disastro inimmaginabile, una carneficina tale che solo difficilmente ci permetterà di identificare con esattezza l'identità delle vittime perché i corpi sono stati smembrati» dalla colata di ghiaccio e sassi. È quanto si apprende dagli inquirenti. Secondo quanto è stato finora ricostruito la valanga ha travolto due cordate da sei alpinisti. Tra le vittime ci sarebbero anche le guide. I soccorritori sperono ora in un abbassamento delle temperature di notte per poter riprendere domani mattina presto le ricerche.

Il testimone

«Abbiamo sentito un rumore forte, tipico di una frana, poi abbiamo visto scendere a forte velocità a valle una specie di valanga composta da neve e ghiaccio e da lì ho capito che qualcosa di grave era successo. Col binocolo da qui si vede la rottura del serracco, è probabile che si stacchi ancora qualcosa». Lo ha detto l'Ansa uno dei responsabili del Rifugio Castiglioni Marmolada, testimone del crollo del serracco che ha provocato sei vittime. 

«Dalla zona del seracco io disto circa 3 km - spiega - e ho visto tutto in diretta. Noi conosciamo bene quella parte di montagna perché come rifugio abbiamo anche una nostra capanna proprio in vetta. Questa tragedia ci colpisce, ma non abbiamo avuto paura per la nostra incolumità perché il rifugio è sicuro». «Detto questo, ripeto - conclude - mi aspetto che un'altra parte del seracco venga giù per lo scioglimento continuo del ghiacciaio».

«Oggi è un giorno triste»

«Il ghiacciaio della Marmolada è chiuso a tutti. Oggi è un giorno triste... Altri pezzi di ghiaccio sono a rischio distacco». È il messaggio di Carlo Budel, gestore di Capanna Punta Penia, il rifugio sulla cima della Marmolada (3.343 metri) la montagna delle Dolomiti dove, più in basso, si è staccato una enorme frana di ghiaccio e detriti.

«Oggi da Punta Rocca si è staccato un blocco di ghiaccio gigantesco - dice, condividendo sui social un video girato dall'alto - ha preso dentro tutta la linea del ghiacciaio, è andato giù fin sotto Pian dei Fiacconi. Ha travolto un sacco di persone. Il ghiacciaio da questo momento è chiuso, nessuno può più salire per il ghiacciaio. Oggi sono morte tante persone purtroppo».
 

Come si sta procedendo

Il seracco di ghiaccio che si è staccato dalla cima della Marmolada ha travolto più cordate di escursionisti che stavano salendo in vetta. Secondo una prima ricostruzione del soccorso alpino, il distacco è avvenuto dalla calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada, sotto Punta Rocca, una valanga di neve, ghiaccio e roccia che ha travolto nel suo passaggio anche la via normale dove stavano salendo gli alpinisti.

La situazione sulla montagna è ancora a rischio e per evitare nuovi distacchi l'elicottero del Soccorso Alpino di Trento sta provvedendo alla bonifica dell'area con la Daisy Bell (un sistema elitrasportato per il distacco programmato delle valanghe, ndr) e scongiurare così il più possibile il pericolo per gli operatori. Sul posto anche gli elicotteri del Suem di Pieve di Cadore, di Dolomiti Emergency di Cortina, di Trento, della Protezione civile della Regione Veneto, dell'Air service center e le stazioni del Soccorso alpino bellunese e trentino. Degli otto feriti al momento recuperati, 2 sono stati trasportati all'ospedale di Belluno, uno, il più grave, in quello di Treviso e 5 in quello di Trento. 

«È saltata giù una parte di ghiacciaio che era lì da centinaia di anni, è un evento straordinario». Così il presidente del Soccorso Alpino Maurizio Dellantonio ricostruisce quanto avvenuto oggi sulla Marmolada, sottolineando che la situazione è ancora in evoluzione. «Da un immediato sopralluogo - spiega - abbiamo capito che c'è un pericolo a monte del ghiacciaio in quanto la calotta di ghiaccio si è staccata, ma è rimasto un pezzetto in bilico, che non è un pezzetto piccolo ma parliamo di centinaia e centinaia di metri cubi di ghiaccio». Per questo al momento sono state sospese le ricerche di eventuali dispersi. «Tutta la parte slavinata di ghiaccio e roccia è stata monitorata a vista sia dall'alto, con i mezzi aerei, che dai lati - dice - dunque riteniamo che, se non subentrano indicazioni certe di eventuali dispersi, perché al momento certezza non ce n'è, noi dobbiamo fermarci finché non mettiamo in sicurezza la zona, cioè fin quando quel pezzetto non cade o non lo facciamo cadere».

Le salme delle vittime del crollo avvenuto sulla Marmolada sono state portate allo stadio del ghiaccio di Canazei, il paese della Val di Fassa che si trova a pochi chilometri dal passo Fedaia, dove parte la funivia per salire in vetta. Al palazzo del ghiaccio è inoltre stato attivato un team di psicologi per assistere i parenti delle vittime. 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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