Loveparade, il tribunale di Duisburg propone l'archiviazione
Il processo per la strage della Loveparade, in cui il 24 luglio 2010 morì la ventunenne bresciana Giulia Minola, assieme ad altre venti persone, è ormai prossimo all’archiviazione. Il tribunale di Duisburg ha proposto alla Procura e ai tre imputati per omicidio colposo e lesioni colpose di terminare le udienze prima della scadenza imposta dalla prescrizione, vale a dire il 27 luglio 2020, a causa delle restrizioni imposte dal coronavirus.
Già da marzo il procedimento è sospeso, la ripresa dei lavori è prevista il 20 aprile, ma comunque con limitazioni agli accessi nell’aula allestita nel centro fiera di Düsseldorf. Valutata la situazione, il tribunale di Duisburg ha deciso per l’archiviazione.
Restano da capire le posizioni di Procura e imputati, ma la risposta appare scontata: la prima aveva già dato il proprio assenso un anno fa all’archiviazione del procedimento per altri sette imputati, mentre i secondi, dipendenti della società organizzatrice Lopavent, vedrebbero terminare il processo senza condanna e senza sanzioni pecuniarie.
Di certo, la delusione tra i familiari delle vittime è enorme. Il rischio di una fine senza sentenza era già nell’aria, ma l’archiviazione sembra un’ulteriore beffa verso chi ha sperato negli anni di trovare verità e giustizia per i propri cari e si ritrova con alle spalle 183 udienze, iniziate nel dicembre 2017, in cui sono stati chiariti diversi aspetti della strage, in particolare per quanto riguarda le responsabilità di Comune, organizzatori e Polizia, senza però un giudizio definitivo che dia risposte alle famiglie dei ventuno morti e ai 650 feriti.
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