Lombardia: ultimo week end in rosso. Lunedì scatta l'arancione
L'Italia diventa arancione, con sole 4 regioni in rosso tra cui la Sardegna che solo un mese fa era l'unica zona bianca del Paese, e comincia a vedere la possibile ripartenza. Anche se, con 17mila casi e 460 morti in 24 ore, è ancora presto per allentare le misure restrittive.
«Le chiusure e le aree rosse - conferma il ministro della Salute Roberto Speranza - stanno portando i primi risultati, ma il contesto è ancora molto complicato e dobbiamo essere molto prudenti».
Restano, invece, in zona rossa 11,4 milioni di italiani: quelli che vivono in Campania, Puglia, Valle d'Aosta e Sardegna. Quest'ultima, che un mese fa era stata la prima regione d'Italia a sperimentare la zona bianca e ad aprire bar e ristoranti anche la sera, ha l'Rt più alto del paese, a 1,43 nel limite inferiore.
Anche la Valle d'Aosta rimane in rosso per l'Rt a 1.25 mentre per la Puglia è l'alta incidenza dei casi - 258 ogni 100mila abitanti - a determinare il lockdown. Ma lockdown rimangono anche all'interno delle regioni che hanno cambiato colore, sempre per via dell'incidenza sopra i 250 casi: è il caso delle province di Palermo, Torino, Cuneo e, probabilmente, anche di quelle di Firenze e Prato.
Il dato principale che però emerge dal monitoraggio settimanale è quello di una curva che, finalmente, sembra cominciare a scendere. Lo dice Speranza, lo ripete il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli e lo conferma il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro. Ma, avvertono gli esperti, «il forte sovraccarico dei servizi ospedalieri, l'incidenza ancora troppo elevata e l'ampia diffusione di alcune varianti richiedono l'applicazione di ogni misura utile al contenimento del contagio».
Significa che serve ancora prudenza e che però si può cominciare a pensare al dopo. Uno spiraglio che consente al ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini di rilanciare la posizione del centrodestra: ragionare su possibili riaperture a partire dal 20 aprile. «Maggio deve essere il mese della riapertura delle attività economiche, del ritorno alla vita - dice - e speriamo che sulla base dei dati si possa riaprire qualcosa anche ad aprile». Legando la ripresa alla capacità delle regioni di vaccinare la popolazione più anziana. «Chi vaccinerà di più - ribadisce Gelmini - riaprirà prima».
Le prossime settimane saranno dunque quelle in cui il governo dovrà stabilire se e per quanto prolungare lo stato d'emergenza e mettere a punto un calendario delle riaperture. L'ha già chiesto il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, per dare il tempo a alberghi e villaggi vacanze di organizzarsi, ipotizzando anche una data, il 2 giugno festa della Repubblica.
Lo chiedono i governatori che puntano alle isole covid free per l'estate. E ci sta lavorando il ministro della Cultura Dario Franceschini che porterà al Comitato tecnico scientifico «proposte concrete» per riaprire prima possibile e in sicurezza cinema, teatri, musei, ma anche spettacoli all'aperto per aumentare la capienza attualmente prevista, 200 persone al chiuso e 400 all'aperto. Una speranza, quella di ripartire, che è di tutti gli italiani. Ma prima bisogna liberare gli ospedali, mettere in sicurezza gli anziani e i fragili con il vaccino, fermare la macabra conta dei morti.
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