Lombardia, rottura tra Fontana e Moratti: il centrodestra ora pensa al governo
«Non aggiungo altro, mi rifaccio solo a quanto scritto ieri». Il giorno dopo il faccia a faccia con Letizia Moratti, durante il quale è diventato ufficiale che il loro «rapporto fiduciario si è incrinato», il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana non alimenta il braccio di ferro con la sua vicepresidente.
Con il centrodestra impegnato nella formazione del nuovo esecutivo e, soprattutto, nella gestione dei più delicati dossier nazionali a cominciare dall’energia, potrebbe volerci qualche giorno per mettere a punto il confronto con i leader della coalizione invocato dal presidente uscente per sbrogliare la matassa e sbloccare l’intesa sul candidato alle prossime elezioni regionali in Lombardia. Nel frattempo, bisogna continuare a lavorare per il territorio. Meglio dunque affidarsi alla diplomazia in quella che il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, definisce invece una «manfrina imbarazzante».
Tra i duellanti la rottura appare comunque insanabile. In maniera «chiara e inequivocabile», come ha messo nero su bianco ieri Fontana, trattenuto dal togliere le deleghe a Moratti soltanto dal «senso di responsabilità rispetto al momento politico nazionale che stiamo vivendo». Come a dire che la politica non è una questione di poltrone e che, prima di tutto, vengono i bisogni e le necessità dei cittadini. «Resto in fiduciosa attesa che si esprimano definitivamente in merito i leader nazionali del centrodestra dopo la formazione del nuovo Governo, che in questo momento è la priorità assoluta del nostro Paese», ha detto non a caso Letizia Moratti, che a Fontana ha però «confermato la coerente disponibilità offerta al centrodestra».
Cosa dicono i partiti della coalizione
La Lombardia entra così di prepotenza nei discorsi dei leader del centrodestra, costretti ad affrontare un problema in più. Chiara la posizione della Lega, che ha più volte indicato in Fontana il candidato naturale. «È una figura fondamentale, il centrodestra eviti le divisioni, non è il momento di fare sciocchezze», dice il vicesegretario della Lega Lorenzo Fontana, che del presidente della Lombardia è soltanto omonimo.Fratelli d’Italia non ha mai fatto mistero, invece, di nutrire ammirazione per l’ex presidente della Rai ed ex ministra dell’Istruzione, tanto da arrivare a proporle di nuovo un ruolo governativo.
Più defilata sembra invece essere la posizione di Forza Italia, che ha voluto Moratti assessora per risollevare le sorti della sanità lombarda provata dalla pandemia, ma che questa volta potrebbe restare a guardare. In ogni caso ieri è intervenuto il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani che ha risposto indirettamente alle sollecitazioni della Moratti che venerdì ha chiamato in causa i leader nazionali del centrodestra. «I problemi si risolvono sempre sedendosi intorno a un tavolo. Sono convinto che, come è stata trovata la quadra per questa campagna elettorale in cui il centrodestra si è presentato unito mentre il centrosinistra è andato diviso, così si troverà una soluzione positiva sia per il governo sia per i candidati alle presidenze della regione in Lombardia e in Lazio».
Ma Tajani ha rinviato ogni ragionamento a dopo la formazione del nuovo governo. In questo quadro l’ipotesi dello strappo, con Moratti comunque in campo con la sua rete civica, resta sullo sfondo.
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