Italia e Estero

Liliana Segre: «Sono esausta. Troppo odio, ma non mi arrendo»

Le cittadinanze onorarie? «Un nuovo terreno di battaglia di cui farei a meno», dice Liliana Segre in un'intervista
Liliana Segre - Foto Ansa/Matteo Bazzi © www.giornaledibrescia.it
Liliana Segre - Foto Ansa/Matteo Bazzi © www.giornaledibrescia.it
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«Se a quasi 90 anni finisci bersagliata da insulti e sotto scorta, credo sia normale chiedersi "ma chi me l'ha fatto fare". Ma non mi arrendo facilmente». 

Intervistata dal Corriere della Sera, parla così la senatrice a vita Liliana Segre, che racconta di trovarsi alla sua età a condurre un'esistenza che non avrebbe mai immaginato. «Sono esausta. Troppa esposizione, troppo odio, troppe polemiche, troppa popolarità, troppo tutto», racconta. Ma si dice anche pronta, se dovesse arrivarle la proposta, a presiedere la Commissione parlamentare contro l'odio. E sul suo incontro con Salvini, spiega, «abbiamo scelto la riservatezza per evitare strumentalizzazioni politiche».

In tema di strumentalizzazioni, Segre si sofferma poi sui comuni che hanno scelto di concederle o negarle la cittadinanza onoraria. Un’iniziativa di cui si parla anche a Brescia, con l’ex consigliera comunale ed esponente dell’Anpi Francesca Parmigiani che ha annunciato una raccolta firme da portare in Loggia. 

«Mi dicono che alcune iniziative hanno risvolti strumentali, io non me ne curo, presumo la buona fede - spiega Segre -. Così fin qui le ho accolte onorata, preoccupandomi solo di avvisare che, alla mia età, non posso andare a ricevere gli attestati. Però anche questo sta diventando un nuovo terreno di battaglia di cui farei a meno». 

E sui casi di Sesto San Giovanni e in particolare di Biella, dove il Comune ha bocciato la proposta di conferirle la cittadinanza onoraria, offrendo poi l’onorificienza a Ezio Greggio, Segre commenta così: «Avere creato imbarazzo in quelle giunte mi dispiace. Il caso di Biella è stato però l’occasione di ricevere un fiore raro come il gesto di Greggio, che è molto più di una cittadinanza». 

 

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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