Le due navi con 49 migranti che da giorni non trovano un porto
È diventata un'odissea di Capodanno, e ormai anche oltre, quella delle due Ong tedesche che dopo aver soccorso in tutto 49 migranti sono da giorni nel mare mosso del Mediterraneo in attesa di un porto dove poter attraccare, nonostante gli innumerevoli appelli.
Non c'è stata finora alcuna risposta alle richieste di aiuto della SeaWatch, che ha recuperato al largo della Libia 32 naufraghi lo scorso 22 dicembre, e della EyeWatch che da quattro giorni ha caricato a bordo 17 migranti. L'imminente peggioramento delle condizioni meteo e del mare aumenta i timori per le due Ong e le navi di soccorso hanno navigato verso nord, giungendo in acque maltesi.
«Mare mosso, da undici giorni senza un porto, l'odissea di Capodanno delle Ong», scriveva ieri su Twitter SeaWatch. «La legge del mare dice chiaramente che il tempo che le persone devono trascorrere in mare, dopo essere state tratte in salvo da una situazione di stress, deve essere ridotto al minimo», sostiene inoltre Jan Ribbeck, capo missione sulla nave di SeaEye.
Tag 11 gestrandet auf See - #2019 beginnt für uns mit Seekrankheit und Verzweiflung an Bord. Diese Situation ist nicht mehr tragbar und menschlich wie politisch nicht zu verantworten. Hier leiden Menschen unnötig, während Regierungen diskutieren und versuchen, 32 zu dividieren. pic.twitter.com/AqBpFNtq3o
— Sea-Watch (@seawatchcrew) 1 gennaio 2019
Le due organizzazioni avevano anche invano chiesto aiuto alla Germania. Già nei giorni scorsi Unhcr e Save The Children avevano lanciato appelli affinché si concedesse con urgenza un porto sicuro. Nel frattempo Sea Watch pubblicava l'elenco dei paesi e delle istituzioni che avrebbero negato aiuto: «Malta, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Ue». Richieste finora cadute nel vuoto. «Speriamo di ricevere supporto dal ministero degli Esteri tedesco nella ricerca di un porto sicuro», aggiunge l'Ong. Ma il capo della missione, Jan Ribbeck, ha anche usato parole dure: «Siamo delusi dal comportamento del centro di coordinamento del soccorso marittimo di Brema: non hanno dichiarato né verbalmente né per iscritto di condividere la nostra visione, ma si sono limitati a dirci di seguire gli ordini dei libici».
SeaEye spiega che i propri volontari si sono «opposti alla consegna delle persone soccorse alla Guardia costiera libica» perché avrebbe rappresentato una «violazione delle leggi internazionali». Nel resoconto si aggiunge che nel momento in cui è stato soccorso, il barchino rischiava di ribaltarsi. Il 28 dicembre scorso la nave di un'altra Ong, la Open Arms, era approdata in Spagna, nel porto di Algesiras, con a bordo 310 migranti recuperati una settimana prima.
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