Italia e Estero

La riforma del processo penale è legge: le novità

L'Aula del Senato ha approvato in via definitiva il testo con 177 voti a favore, 24 quelli contrari, nessun astenuto
Il ministro della Giustizia Marta Cartabia - Foto Claudio Peri per Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il ministro della Giustizia Marta Cartabia - Foto Claudio Peri per Ansa © www.giornaledibrescia.it
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L'Aula del Senato ha approvato stamani in via definitiva la riforma del processo penale. I voti favorevoli sono stati 177, 24 quelli contrari e nessun astenuto. Il testo, già approvato dalla Camera, è ora legge.

«In pochi giorni, l'approvazione definitiva del ddl di riforma del processo penale; il primo via libera anche per quello del processo civile: sul fronte giustizia stiamo rispettando in pieno gli impegni sottoscritti con l'Europa, primo fra tutti quello di ridurre del 25% la durata dei processi penali». Lo sottolinea la ministra della Giustizia Marta Cartabia dopo il voto definitivo dell'aula del Senato. L'Italia infatti è maglia nera tra i Paesi del Consiglio d'Europa per irragionevole durata dei processi.

Passiamo in rassegna le principali novità della legge delega, che il Governo dovrà attuare con uno o più decreti legislativi entro un anno dall'entrata in vigore e che prevede anche notifiche e depositi per via telematica.

Il processo «muore» se la sentenza non arriva in tempo

È la norma sulla improcedibilità che ha fatto più discutere e che serve a bilanciare lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado, introdotta con la legge Bonafede. Riguarda i reati commessi dopo il 1 gennaio 2020 ed entrerà in vigore con gradualità per dare il tempo di organizzarsi agli uffici giudiziari. Solo dal 2024 in appello, i processi potranno durare al massimo (con le proroghe) 3 anni e in Cassazione un anno e mezzo. Per i primi 3 anni, i termini saranno più lunghi: fino a 4 anni in appello e 2 in Cassazione. Esclusi dalla improcedibilità i reati puniti con l'ergastolo, mentre un regime speciale, con termini più ampi, vale per i reati di mafia e terrorismo.

Nuovi termini di durata delle indagini, se superati cade il segreto

Cambiano i termini di durata massima delle indagini. In caso di stasi del fascicolo, interverrà il gip per indurre il pm a prendere le sue decisioni. Superato il termine massimo, scatterà la discovery degli atti.

Rinvio a giudizio solo se la condanna è prevedibile

Solo in questa ipotesi il pm potrà fare richiesta e il giudice è tenuto ad archiviare se gli elementi acquisiti non consentono una «ragionevole previsione di condanna». Priorità ai pm nell’indicare i reati, ma criteri dettati dalle camere. I procuratori nei progetti organizzativi da sottoporre al Csm dovranno indicare i reati a cui dare priorità nell'ambito di criteri generali indicati con legge dal Parlamento.

L’appello resta, salta solo per gli assolti da reati lievi

Pm e imputato potranno impugnare condanne e assoluzioni. Regola che non varrà solo in casi limitati, come il proscioglimento da un reato punito con pena pecuniaria. Condanne brevi, domiciliari al posto del carcere Semilibertà, detenzione domiciliare, lavori di pubblica utilità e pene pecuniarie, in sostituzione delle pene detentive brevi, quelle cioè entro i 4 anni. Le potrà infliggere direttamente il giudice del processo senza aspettare il magistrato di sorveglianza.

Niente processo se l’offesa è di particolare tenuità

Per evitare di celebrare giudizi per fatti bagatellari (come nel caso del furto di una melanzana, arrivato in Cassazione), si estende l'ambito di applicabilità della causa di non punibilità già prevista dal codice penale. Esclusi i reati di violenza contro le donne.

Messa alla prova e giustizia riparativa

Si estende l'ambito di applicabilità della sospensione del procedimento con messa alla prova dell'imputato a specifici reati, puniti con pena detentiva non superiore a 6 anni, che si prestino a percorsi di riparazione.

Violenza donne, arresto per chi vìola il divieto di avvicinamento

Le norme del Codice rosso scatteranno anche per tentati omicidio e violenza sessuale. Arresto in flagranza, anche nei casi di maltrattamento e stalking, per chi viola il divieto di avvicinamento.

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