La Lega ha presentato una mozione di sfiducia a Conte
Rotti gli indugi, la Lega deposita in Senato la mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte, chiedendo di metterla ai voti «al più presto». E il Presidente del Senato Elisabetta Casellati ha convocato la conferenza dei capigruppo per lunedì 12 agosto alle ore 16. La data della discussione della mozione di sfiducia al premier sarà fissata in quella circostanza.
Tra le motivazioni che hanno portato alla crisi nell'esecutivo, Lega rimarca anche che Conte non era in Aula sulla Tav a ribadire il sì, e ha così creato «il paradosso della spaccatura, come su altri temi». Salvini, da Termoli, nel frattempo afferma: «Sento toni simili tra Pd e Di Maio, sarebbe incredibile che ci fosse un governo così. Conte mi ha sempre detto: mai un altro governo».
Intanto il M5s sta valutando la possibilità di chiedere la convocazione straordinaria della Camera, prima che venga votata la mozione di sfiducia al governo, per approvare in via definitiva la riforma costituzionale per il taglio dei parlamentari. Il M5s potrebbe farlo a norma dell'articolo 62 della Costituzione, che stabilisce che ciascuna Camera possa essere «convocata in via straordinaria per iniziativa di un terzo dei suoi componenti». Il gruppo M5s è composto da 216 deputati: ne bastano 210. Salvini invece vuole stringere i tempi: «Chi perde tempo vuole solo salvare la poltrona».
In vista delle elezioni, con la Lega si fa avanti Giorgia Meloni: «Noi le alleanze le facciamo prima del voto e non dopo - dice la leader di FdI - perché vogliamo essere chiari. Non avrebbe senso rischiare di fare un altro governo con un gioco di palazzo dopo il voto, piuttosto che un'alleanza che gli italiani invocano da mesi».
Entra in campagna elettorale anche Zingaretti, secondo il quale la sfida «non è persa: il populismo al governo ha fallito - sostiene - e Salvini ha accelerato la crisi perché ha paura di fare la manovra».
Dal centrodestra, Toti assicura che il suo movimento «Cambiamo» parteciperà alle elezioni. «Siamo con chi difende gli interessi nazionali del Paese - dice - e vogliamo cambiare il centrodestra: nessuno pensi di tornare a coalizioni del passato».
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