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La circolare del Viminale sulle misure da applicare dal 4 maggio

Le aziende non dovranno più inviare ai prefetti richieste di autorizzazione o comunicazione preventiva per la ripresa delle attività
Controlli in città - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Controlli in città - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Riguardo alle prescrizioni sugli spostamenti, la valutazione dei casi concreti «dovrà essere affidata ad un prudente ed equilibrato apprezzamento... che conduca ad un'applicazione coerente delle disposizioni contenute» nel Dpcm sulla Fase 2. Così il Viminale in una circolare ai prefetti che invita a trovare il punto di equilibrio tra la salvaguardia della salute pubblica da perseguire essenzialmente con il divieto di assembramento e «l'esigenza di contenere l'impatto sulla vita quotidiana dei cittadini». 

La circolare firmata dal capo di Gabinetto del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, sottolinea «l'assoluta necessità di far leva sul senso di responsabilità dei singoli cittadini». L'obiettivo del nuovo quadro di regole, spiega il Viminale, «è trovare un punto di equilibrio tra la salvaguardia primaria della salute pubblica e l'esigenza di contenere l'impatto delle restrizioni sulla vita dei cittadini, tra il sostegno al riavvio del sistema economico produttivo e la sicurezza dei lavoratori».

Il termine congiunti ricomprende «i coniugi, i rapporti di parentela, affinità e di unione civile, nonchè le relazioni connotate da duratura e significativa comunanza di vita e di affetti», come stabilito da una sentenza della Cassazione del 2014. L'ambito a cui si riferisce l'espressione congiunti, viene spiegato nella circolare del Viminale, «può ricavarsi in modo sistematico dal quadro normativo e giurisprudenziale». 

Il Dpcm sulla fase 2 consente il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza ma una volta rientrati, «non saranno più consentiti spostamenti al di fuori dei confini della regione in cui ci si trova», a meno che non ci siano «comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute».

Le aziende non dovranno più inviare ai prefetti richieste di autorizzazione o la comunicazione preventiva per la ripresa delle attività produttive industriali e commerciali. Il sistema sulla verifica della sussistenza delle condizioni per la ripresa viene sostituito con un «regime di controlli sull'osservanza delle prescrizioni» contenuti nei protocolli in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Così una circolare inviata oggi dal 
Viminale ai prefetti sulle prescrizioni in vigore da domani e fino al 17 maggio.

«A fronte dell'esigenza di sostenere il riavvio del tessuto produttivo economico nazionale - indica la circolare - si pone l'imprescindibile necessità di garantire la sicurezza dei lavoratori e di assicurare idonei livelli di protezione negli ambienti di lavoro». Per questi obiettivi sarà determinante attivare «un adeguato sistema di controlli, teso a verificare la puntuale osservanza delle prescrizioni poste a presidio delle tutele e ad applicare le eventuali, relative sanzioni». 

 

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