L'odio vintage per Renzi
Nell’eterno presente in cui siamo immersi sorprende scoprire l’esistenza di un passato. A volte pure recente, ma di fatto lontano, nebbioso. Pochi giorni fa, passeggiando per Bologna, una serie di scritte contro Renzi mi ha ricordato la rottamazione, il ciaone, lo stai sereno, le slide, gli hashtag, lo storytelling (cioè raccontarne un sacco, poi si vedrà), il messaggio disperato di un amico di fronte all’impasse di Letta «ma non capisci che se non prende in mano Renzi la situazione, siamo rovinati?». Da zero a cento in un attimo, il renzismo irresistibile ed egemone, e poi?
Ora lo vedi in tv e ti viene da pensare che qualcuno dovrebbe prenderlo da parte con sincerità: «Senti, Matteo, lo dico per il tuo bene...». Il fatto è che, archiviato l’ex sindaco di Firenze, non si capisce chi altri odiare in modo così massiccio, sui muri manca l’alternativa. Di certo, i due anni trascorsi dalla sua capitolazione sembrano un’era geologica e per chi è andato al potere dopo è un ottimo memento muri rileggersi certe scritte.
Al pari di quella, in una via periferica di Brescia, in cui si augura la prigione a Cicciolina: chissà a quando risale. Ora lei si lamenta che con il taglio dei vitalizi non sa come mantenersi. Povera. Siamo così cattivi, ma, finché abbiamo qualcuno con cui prendercela, nemmeno ce ne accorgiamo.
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