Italia e Estero

«L'Italia non aveva un piano d'emergenza in caso di pandemia»

Il Global Health Security Index conferma quanto sostenuto dal generale Lunelli nel suo rapporto consegnato alla Procura da Noi Denunceremo
L'indice ha evidenziato delle falle nella preparazione alla gestione di un'eventuale emergenza - Foto Ansa/Epa/Enric Fontcuberta
L'indice ha evidenziato delle falle nella preparazione alla gestione di un'eventuale emergenza - Foto Ansa/Epa/Enric Fontcuberta
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Il Global Health Security Index conferma quanto sostenuto dal generale Pier Paolo Lunelli nel suo rapporto consegnato alla Procura di Bergamo dal comitato dei parenti delle vittime Noi Denunceremo: l’Italia non disponeva di alcun piano d’emergenza in caso di pandemia. Il Ghs è una valutazione di confronto della sicurezza sanitaria e delle relative capacità nei 195 paesi che aderiscono al Regolamento sanitario internazionale. Un progetto che ha come obiettivo stimolare e migliorare la capacità internazionale di affrontare rischi di focolai di malattie infettive, che possono portare a epidemie. L’ultimo report disponibile è datato ottobre 2019, pochi mesi prima del dilagare della pandemia in Italia.

Nell’indice, alla voce «Operazioni di riposta ad un’emergenza» l’Italia si posiziona alla 129esima posizione su 195 Paesi, con un punteggio dello 0,0%. Secondo quanto scritto nello studio «il centro operativo di gestione dell’emergenza in Italia - la Protezione Civile - non dispone di linee guida in caso di pandemia. (...). Non sussiste alcuna evidenza che il centro operativo di gestione delle emergenze faccia alcuna esercitazione per emergenze che riguardano la salute pubblica una volta all’anno (...). La Protezione Civile si focalizza sulla risposta a disastri naturali, mentre non rappresenta alcun fattore che ne motivi l’intervento l’insorgere di malattie infettive».

Sempre secondo il Global Health Security Index, l’Italia non ha completato un piano d’azione nazionale per la sicurezza sanitaria e non ha richiesto una valutazione esterna della sua capacità di risposta in materia, tanto da risultare 101esima su 195 Paesi con un index score dello 0,0%. L’Italia inoltre si classifica al 108esimo posto in termini di finanziamenti. Il paradosso? «Sussiste evidenza che i leader italiani abbiano preso un impegno pubblico negli ultimi tre anni per supportare altri Paesi nel miglioramento della gestione delle minacce epidemiche attraverso l’esborso di risorse finanziarie. Tuttavia, non vi è alcuna evidenza che gli stessi si siano impegnati a migliorare la capacità di gestione domestica delle minacce epidemiche attraverso l’ampliamento di finanziamenti mirati o richiedendo supporto per migliorarne la capacità gestionale».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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