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Inchiesta camici: «Caparini cancellò le chat WhatsApp»

Rimossa poche ore prima di consegnare il telefono alla Gdf. Lui: «No comment»
L’assessore Davide Caparini - Foto © www.giornaledibrescia.it
L’assessore Davide Caparini - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La Gdf cerca chat WhatsApp sul cellulare di Davide Caparini, ma sullo smartphone dell’assessore leghista al Bilancio regionale non c’è nemmeno l’applicazione. Secondo «Il Fatto Quotidiano» e «La Repubblica» in edicola ieri sarebbe stata rimossa il 23 settembre 2020, la sera prima del sequestro del telefonino da parte delle Fiamme Gialle che stavano e stanno indagando sul caso dei camici prima venduti e poi donati a Regione Lombardia dall’azienda del cognato del governatore Attilio Fontana.

Interpellato sul caso Caparini, che non risulta indagato, preferisce non commentare. L’indagine, tornata d’attualità in queste ore, prese le mosse dalla segnalazione di un’operazione sospetta da parte dell’antiriciclaggio della Banca d’Italia: un bonifico disposto da un fondo svizzero riconducibile al presidente Fontana a favore della Dama Spa di Andrea Dini, cognato del governatore lombardo, della quale la signora Fontana detiene il 10% delle quote.

Secondo la Gdf e la Procura di Milano - che oltre al numero uno del Pirellone (accusato di frode in pubbliche forniture) e a Dini, ha iscritto nel registro degli indagati anche Filippo Bongiovanni, l’ex direttore generale di Aria, ed una funzionaria della stessa centrale acquisti regionale - quel bonifico da 250mila euro doveva ristorare in parte le perdite subite dalla Dama Spa dopo che questa fu travolta dal sospetto di un conflitto di interessi in casa Fontana nel pieno della pandemia e costretta a trasformare la commessa di 75mila camici in cambio di 513mila euro, nella donazione alla Regione (e quindi nella perdita netta) di 50mila pezzi.

Nel corso delle indagini, nel settembre dello scorso anno, gli uomini della Gdf hanno sequestrato i cellulari degli indagati, ma anche di persone che, pur estranee all’inchiesta, potrebbero essere stati interessati dalla vicenda. Tra queste ultime ci sono appunto gli assessori regionali Raffaele Cattaneo e Davide Caparini. A chiamarli in causa attraverso un messaggio WhatsApp anche la moglie di Fontana: «Prova a chiamare l’assessore Cattaneo. Sembra - avrebbe scritto la donna al fratello nella primavera dello scorso anno, quando la ricerca di dpi era affannosa - che siano molto interessati ai camici. Questo mi dice l’assessore al bilancio Davide Caparini».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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