Inceneritori, scontro M5S-Lega: «Niente più rifiuti dal Sud»
Non si placa lo scontro in atto tra M5S e Lega, le due anime del Governo Conte, sul fronte dei rifiuti e della gestione dell’annunciata emergenza in Campania. Con il Carroccio - Salvini in testa - che rivendica l’urgenza di introdurre un inceneritore per ogni provincia, e i pentastellati - su tutti Di Maio - che invece ribadiscono come il contratto di governo contempli la soppressione degli impianti e delle discariche, non l’introduzione di nuovi.
Di Maio. «Oggi parlare di inceneritori è come parlare della cabina telefonica a gettoni. Qualcuno può essere ancora affascinato dal vintage, ma sempre vintage rimane» stigmatizza il vice premier grillino dalla Campania, convinto però che ogni divergenza possa essere ricomposta.
Salvini. Certo Salvini pare di altro avviso: «I rifiuti ovunque significano ricchezza, energia e acqua calda. A Copenaghen inaugureranno un inceneritore con una pista da sci e una parete da arrampicata, altrove sono musei. Se gestiti bene e controllati bene portano più salute e più economia. Quindi sicuramente la Lombardia non torna indietro anzi l'obiettivo è che anche altre regioni italiane vadano avanti - ha concluso - non voglio un Paese che torna indietro».
Modello Treviso, non Brescia. La controreplica arriva da Gianni Girotto, pentastellato presidente della Commissione industria del Senato, che si occupa della vicenda con un post sul blog delle Stelle, chiamando tra l’altro direttamente in campo la nostra città: «Il contratto di Governo tra M5S e Lega in tema di rifiuti parla chiaro. Parla di "modello Treviso" che ora guida il Veneto più virtuoso, non di "modello Brescia" (i 13 inceneritori lombardi con il più grande forno d'Europa quello di A2A) che frena anche le tantissime eccellenze lombarde. Parla di chiudere inceneritori e discariche. Non di realizzarne».
«Rifiuti campani? Non più in Lombardia». Proprio dalla Lombardia, ecco il sostegno a Salvini, firmato Fontana. Il governatore della Regione, infatti, sottolinea: «Se sostengono che questi rifiuti bruciati sono così pericolosi, non si capisce perché dovremmo accettarli noi. Tra l'altro, ormai i nostri impianti sono saturi». Così - intervistato dalla Stampa - il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, risponde a Di Maio sui termovalorizzatori, invitandolo a «farsi un giro» a quello di Brescia o di Milano: «Sono impianti che azzerano l’inquinamento e riutilizzano la combustione dei rifiuti per l’energia elettrica». «I 13 inceneritori della Lombardia - afferma - non solo sono puliti ma anche assolutamente controllati, subiscono una cosa come 30 milioni di controlli all'anno da parte di Ispra. Come si fa a dire che non li si vuole al Sud dove il problema dello smaltimento rifiuti è endemico?». «Se Di Maio pensa che i nostri impianti inquinano - aggiunge - allora devo dire che non accetteremo più i rifiuti del Sud. Chiederemo allo Stato di modificare la norma che ce lo impone». Sulle infrastrutture, i Cinque stelle, accusa Fontana, «non usano la logica ma la pseudo-ideologia, gli slogan e non il buonsenso. Di più: non si fidano nemmeno dei risultati scientifici. Lo slogan è raccolta differenziata, punto e basta. Oltre non vanno».
Il ministro Costa a Brescia. Nello scontro si inserisce anche il ministro all’Ambiente Costa, che sarà proprio domani a Brescia: «Siamo dell'opinione che gli inceneritori non servano, anche superando il concetto ideologico. La domanda è: l'inceneritore serve al sistema italiano? La risposta è che non serve incrementarne il numero. Questa risposta ce la danno due Regioni: il Veneto che ha chiuso due inceneritori e la Lombardia che sta per chiuderne quattro perché non si riescono più ad alimentare. Questo perché, fortunatamente e per capacità dell'Italia, la differenziata sta crescendo molto».
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