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Impeachment pronto per Trump, Biden: «Decida il Congresso»

L'ultimatum della speaker della Camera Nancy Pelosi, mentre Twitter sospende definitivamente l'account del presidente uscente
Biden e Trump -  Foto © www.giornaledibrescia.it
Biden e Trump - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Dimissioni immediate o impeachment lampo per istigazione all'insurrezione. L'ultimatum della speaker della Camera Nancy Pelosi a Donald Trump arriva dopo che il presidente ha ammesso la sconfitta - pur senza nominare Joe Biden - e twittato che diserterà la cerimonia di giuramento del 20 gennaio, diventando il quarto presidente nella storia Usa a non partecipare all'insediamento del suo successore: prima di lui solo John Adams, John Quincy Adams e Andrew Johnson, che si rifiutò di viaggiare nella stessa carrozza del presidente eletto Ulysses Grant. Il suo è l'ultimo cinguettio: Twitter ha sospeso in via definitiva l'account di Donald Trump per «il rischio che inciti ulteriormente la violenza».

Questo nonostante abbia assicurato «una transizione dei poteri tranquilla e ordinata» lanciando un messaggio di riconciliazione: «è l'ora di raffreddare gli animi e di ripristinare la calma. Bisogna tornare alla normalità dell'America», ha chiesto in un video, prendendo le distanze dai suoi sostenitori che lui stesso aveva incoraggiato ad assaltare il Congresso, mentre la first lady Melania continuava imperterrita a curare un servizio fotografico su tappetti e oggetti della Casa Bianca: «voi non rappresentate il nostro Paese e chi ha infranto la legge pagherà».

Sembra però un messaggio dettato, più che da un sincero ravvedimento, dal disperato tentativo di evitare una umiliante rimozione a meno di due settimane dalla fine del suo mandato. Rimozione su cui Joe Biden frena nel timore di ulteriori divisioni in un Paese che vuole pacificare e riunificare al più presto. «La decisione spetta al Congresso, io ora sono concentrato su pandemia e crisi economica», ha glissato, accusando però Trump di essere uno dei presidenti più incompetenti della storia.

«È una buona cosa se non viene al mio giuramento», ha aggiunto, dando invece il benvenuto a Mike Pence, che sembra intenzionato a partecipare, insieme agli Obama, ai Clinton e ai Bush. Anche un portavoce della Casa Bianca ha ammonito che un «impeachment politicamente motivato contro il presidente a 12 giorni» dalla fine del suo mandato «servirebbe solo a dividere ulteriormente il paese».

Ma, incalzata dai deputati del suo partito, la speaker della Camera Nancy Pelosi ha annunciato che se il presidente non si dimetterà immediatamente - cosa che i suoi consiglieri escludono - la «House» procederà con l'impeachment: i capi di imputazione sono già pronti e potrebbero essere presentati lunedì, il voto è atteso per metà della prossima settimana. Nella bozza si accusa il presidente di aver «messo gravemente in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti e delle loro istituzioni di governo», di aver «minacciato l'integrità del sistema democratico e interferito con una pacifica transizione di potere». E di aver dimostrato «che resterà una minaccia alla sicurezza nazionale, alla democrazia e alla Costituzione se resterà in carica».

Nancy Pelosi - Foto © www.giornaledibrescia.it
Nancy Pelosi - Foto © www.giornaledibrescia.it

Citando il precedente di Richard Nixon nel Watergate, la Pelosi ha chiesto ai repubblicani di convincere il presidente a lasciare per evitare l'ignominia di un altro impeachment. La speaker della Camera ha parlato anche con il capo dello Stato maggiore congiunto Mark Milley per discutere le precauzioni disponibili «per impedire a un presidente instabile di avviare ostilità militari o di accedere ai codici di lancio e di ordinare un attacco nucleare».

La Pelosi ha detto che all' impeachment preferirebbe le dimissioni o il 25esimo emendamento, ma il vicepresidente Mike Pence (che sembra contrario) finora non si è fatto sentire. L'eventuale messa in stato di accusa potrebbe essere un'abile mossa politica per costringere i repubblicani a prendere posizione ed eventualmente dividersi ma, a causa dei tempi stretti, rischia di avere solo una valenza simbolica.

Trump comunque rischia anche un'inchiesta federale: «stiamo esaminando il ruolo di tutti gli attori, non solo di quelli che hanno fatto irruzione a Capitol Hill», ha ammonito il procuratore della capitale Michael Shervin. Anche per questo il presidente, prima di volare il 19 gennaio nella sua residenza di Mar-A-Lago, è sempre più tentato di concedere una grazia preventiva non solo ai suoi famigliari ma anche a se stesso, contro tutte le inchieste federali: una opzione controversa e mai provata prima.

Ma The Donald non sembra intenzionato a sparire alla scena politica e ad abbandonare la sua formidabile base elettorale: «i 75 milioni di grandi patrioti americani che hanno votato per me, per l'America first, per renderla di nuovo grande, avranno una voce gigante a lungo in futuro. Non saranno disprezzati o trattati ingiustamente in nessun modo e forma», ha twittato.

Betsy Devos  la ministra dell'istruzione ha dato le dimissioni - Foto © www.giornaledibrescia.it
Betsy Devos la ministra dell'istruzione ha dato le dimissioni - Foto © www.giornaledibrescia.it

Qualcuno non esclude che si faccia un partito, dopo che molti repubblicani gli hanno voltato e spalle. Aumentano intanto le dimissioni nel suo governo, l'ultima è la ministra dell'istruzione Betsy DeVos. Ha lasciato anche il capo della polizia di Capitol Hill, insieme ai sergeant at Arms preposti alla sicurezza di Camera e Senato, mentre proseguono le indagini sulla morte di un agente, Brian Sicknick, rimasto colpito da un estintore. Una quindicina di rivoltosi sono stati già incriminati, altri identificati nei video sui social sono stati intanto licenziati dalle loro aziende e il manifestante che si era seduto con i piedi sulla scrivania della Pelosi è stato arrestato.  

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