Il governo deve trovare i fondi per le varie misure: oggi il primo Consiglio dei ministri
Oggi alle 12 si riunisce il primo Consiglio dei ministri del nuovo governo guidato da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, e sono molti i temi urgenti sul piatto che il nuovo esecutivo dovrà affrontare fin da subito.
Innanzitutto, il Consiglio dei ministri dovrà cercare le risorse per dare seguito agli impegni assunti in campagna elettorale ma gli spazi, come noto, non consentiranno di accogliere tutti i desiderata. Anche perché l'impatto della manovra - per avviare i primi interventi, far fronte alle urgenze (caro bollette innanzitutto), finanziare le spese indifferibili - sfiora già una cifra molto alta: circa 20 miliardi, che salgono a 40 secondo alcuni calcoli tenendo conto di tutti desiderata. Probabile che molte misure siano quindi solo avviate, per proseguire poi con interventi successivi.
Un dato è certo: «I costi delle bollette sono diventati insostenibili - ha scritto oggi su Twitter la presidente del Consiglio - non c'è più tempo da perdere».
Gli italiani chiedono risposte immediate, e noi gliele daremo. Non c’è più tempo da perdere. pic.twitter.com/hL9qKyr8a1
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) October 30, 2022
La questione del deficit
Il governo ragiona sugli spazi di intervento sul deficit, che potrebbe essere fissato per il 2023 al 4,5%. L’ipotesi è al vaglio dal neo ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e dovrà trovare posto nell'integrazione alla Nadef (in Cdm probabilmente verso la fine della settimana) che dovrà aggiornare il quadro programmatico lasciato in eredità da Mario Draghi. Compito non semplice perché il rientro dal deficit resta sempre all'attenzione di Bruxelles che, tra poco più di un anno, si appresta a modificare e a «ripiantare» i paletti delle regole di bilancio interrotte per la pandemia.
Ma proprio su questo arriva oggi una doccia fredda da Berlino che, oltre a dire «no» al debito comune per l'emergenza gas, puntualizza attraverso il ministro delle Finanze, Christian Lindner un altro «no» all'ipotesi del rientro del debito da negoziare bilateralmente, prevista dalla riforma del Patto. La credibilità del patto deriva dal fatto che «le regole devono essere applicate da tutti, allo stesso modo».
I cantieri
Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini cerca intanto di accelerare sui cantieri, a partire dal più discusso in questi anni: il Ponte sullo Stretto di Messina. Ne parlerà martedì 8 novembre con i governatori di Calabria e Sicilia, Roberto Occhiuto e Renato Schifani. Ma l'incontro servirà anche a fare il punto sulle «100 opere pubbliche commissariate in tutta Italia» per «accelerare» e partire con «nuovi progetti».
Sullo sfondo, come ricorda l'associazione magistrati della Corte dei Conti, resta la «paura della firma negli appalti» che è «infondata» ma per essere superata ha bisogno «con urgenza» di una «semplificazione delle procedure». Molte, come in ogni manovra, le ipotesi che circolano, alcune di matrice politica, altre già visitate dall'esecutivo.
Reddito di cittadinanza e Superbonus
Oltre alla rivisitazione del Reddito di cittadinanza (Salvini spiegava che poteva essere «interrotto» per alcuni periodi per recuperare risorse per le pensioni) oggi un altro cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle finisce nel mirino: il Superbonus del 110%. Per il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, «merita una riconsiderazione di carattere generale», soprattutto perché avrebbe prodotto effetti negativi (lo dice riferendosi a Norcia da dove parla) «distogliendo una parte dell'imprenditoria dall'essere attratta a questo tipo di lavoro».
Delicato e ancora aperto il capitolo Legge Fornero. Tra le ipotesi spunta anche quella di un bonus per rimanere al lavoro oltre 63 anni. Oltre a una riproposizione, cambiando i criteri, di quota 102, si parla anche di un bonus per chi invece rimane al lavoro dopo i 63 anni.
Tra le mille ipotesi che vanno dai bonus, dalla flat tax agli incentivi verdi, anche un'altra sollecitazione arriva oggi: una super-deduzione per le aziende che assumono (fino al 150% in caso di persone fragili o che meritano tutela) mentre Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento assicura sui tempi e la presenza in bilancio della pace fiscale (non sarà «un condono», assicura). Ciriani non fornisce ancora una data precisa per l'approdo in Parlamento della manovra («dicembre sarà molto impegnativo») ma ribadisce le priorità: flat tax incrementale e taglio del cuneo fiscale.
E il limite al contante? Potrebbe essere, come da mediazione, 5000 euro.
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