Guerra ai curdi in Siria: la Turchia armata anche dall'Italia
Sono ripresi questa mattina i bombardamenti dell’aviazione turca contro i curdi nel nord-est della Siria.
Ieri, stando a quanto riferito dal Governo di Ankara, sono state colpite 181 postazioni, con vittime anche tra i civili, come hanno comunicato le forze curde.
Secondo le autorità turche, prosegue l’avanzata delle truppe di terra entrate in territorio siriano. Le forze curdo-siriane - che ieri sono state attaccate anche da cellule dell'Isis - avevano però replicato ieri affermando di aver respinto l'offensiva di terra. Il Rojava Media Center, vicino alle milizie curde, ha diffuso fotografie di persone in fuga dalla città di Ras al Ayn, tra le prime zone bombardate nell'offensiva.
Sono state numerose le condanne all’attacco voluto da Erdogan, sia a livello internazionale, sia in Italia. Come raccontato questa mattina dal mensile Valori, però, proprio il ministero degli Esteri ha autorizzato nel 2018 la vendita di armi alla Turchia per 360 milioni di euro, tra munizioni, bombe, siluri, razzi, missili e altre apparecchiature. Dai dati della Rete italiana per il Disarmo, ammontano a 890 milioni le forniture a Erdogan dal 2015 a oggi.
Proprio il Movimento 5 Stelle, il cui leader Luigi Di Maio siede oggi alla Farnesina, chiede lo stop alla vendita di armi ai turchi. «Nel rispetto della legge 185 del 1990 che vieta la vendita di armi italiane a Paesi in guerra, della Posizione comune europea del 2008 e del Trattato Onu sul commercio di armi sottoscritto dall'Italia nel 2013, se la Turchia non fermerà subito l'invasione, chiediamo l'immediata sospensione delle forniture militari italiane alla Turchia, terzo Paese di destinazione del nostro export bellico».
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