Green pass validi per i positivi, il «blocco» mai attivato
Circa 100mila persone in tutta Italia - secondo le stime - risultate positive al coronavirus dopo aver ottenuto il Green Pass, dispongono ancora della certificazione verde valida. Il tutto a causa di un inghippo che più che tecnico pare burocratico.
«In realtà, il sistema prevedeva già la sospensione del Green Pass in presenza di un tampone positivo, ma sono emerse delle criticità. Confido che nei prossimi giorni si possa risolvere questa questione tecnica» spiegava ieri il sottosegretario alla Salute Andrea Costa a Rai News 24.
Di fatto, però, la situazione sembra più articolata. Quello che manca all'appello è un database, una sorta di «black list» dei Green pass revocati a quelle persone già in possesso del certificato verde ma in seguito diventate positive, che la app verifica C-19 presenterà come «non validi». Poi, una volta terminata la quarantena, il lasciapassare tornerà automaticamente valido fino alla sua scadenza.
Un meccanismo che doveva esserci dall'avvio del sistema, ma che di fatto non è mai stato attivato.
Il provvedimento destinato ad introdurre il sistema di sospensione del certificato verde dovrebbe essere contenuto in un Dpcm che sarà presto varato in attesa dell'ok del Garante della privacy.
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E sarebbe proprio l'avallo di quest'ultimo a mancare, in assenza di una previsione specifica a livello europeo sulle modalità di blocco delle certificazioni che siano univoche in tutti i Paesi membri che hanno adottato misure analoghe: «Il Garante per la Protezione dei dati personali ricorda di aver segnalato più volte, nei mesi scorsi, al ministero della Salute i profili critici derivanti da un mancato aggiornamento del certificato verde» sottolinea lo stesso Garante in una nota in cui ricorda che «già nel provvedimento riportante il parere sul Dpcm di attuazione della piattaforma nazionale Dgc per l'emissione, il rilascio e la verifica del Green Pass del 9 giugno 2021, il Garante aveva messo chiaramente in evidenza che «il collegamento con la Piattaforma nazionale-Dgc risulta indispensabile per verificare l'attualità delle condizioni attestate nella certificazione, tenendo conto dell'eventuale variazione delle stesse (ad esempio: sopraggiunta positività), con significativi rischi anche in ordine alla reale efficacia della misura di contenimento».
Il Garante riferisce inoltre che anche nella segnalazione a Parlamento e Governo dell'11 novembre scorso, «ha sottolineato ancora una volta come l'efficacia a fini epidemiologici del Green Pass dipenda da verifiche periodiche sulla sua persistente validità, attuabili mediante la Piattaforma nazionale-Dgc per il rilascio delle certificazioni, garantendo così l'esattezza e l'aggiornamento dei dati personali».
Il comunicato informa inoltre che è appena pervenuta all'autorità la bozza del Dpcm di modifica del Dpcm del 17 giugno 2021, che affronta anche la revoca dei Green Pass. Sul testo, si legge nella nota, il Garante «esprimerà il proprio parere con la massima urgenza».
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