G20, trovato l'accordo sul clima: tetto massimo di 1,5 gradi
Il G20 di Roma ha trovato l'accordo sul tetto massimo di 1,5 gradi per il riscaldamento globale, ma non sulla data del 2050. L'aumento massimo di 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali della temperatura rappresenta un passo avanti rispetto a quanto indicato dagli accordi di Parigi.
I Paesi del G20 restano «impegnati sull'accordo di Parigi per mantenere l'aumento della temperatura globale sotto i 2 gradi e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5 gradi», prevede il documento finale del vertice di Roma. I leader riconoscono «che gli impatti del cambiamento climatico a 1,5 gradi sono molto inferiori rispetto a 2 gradi. Mantenere l'obiettivo di 1,5 gradi a portata di mano richiederà azioni significative ed efficaci e l'impegno da parte di tutti i Paesi».
Nel documento viene fissato l'impegno «entro o attorno alla metà della secolo», non verrebbe insomma indicata esplicitamente l'anno 2050.
Il principio fondamentale, ricordato da tutti i leader durante la sessione del G20 dedicata al clima, è quello delle responsabilità «comuni ma differenziate» da parte dei Paesi, sottolineando la necessità di aiutare in modo particolare i Paesi emergenti e a basso reddito ad affrontare i costi della transizione. Lo si apprende da fonti diplomatiche, secondo le quali lo stop al finanziamento delle centrali a carbone, il contenimento delle emissioni di metano e la riduzione delle esportazioni di fonti di energia fossile sono stati al centro di molti degli interventi dei leader del G20.
Il documento finale conferma il fondo per il clima da 100 miliardi (non come era stato chiesto di 150) per il sostegno ai Paesi in via di sviluppo. La dichiarazione finale fa riferimento alla scadenza di «metà del secolo» per il raggiungimento delle emissioni zero perchè si è tenuto conto delle «diversità» nelle posizioni di alcuni Paesi, come India, Cina e Indonesia.
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