Forza Italia, Ronzulli ammonisce Brescia: «No al direttivo» e convoca tutti a Milano

Quella che si inaugura oggi sarà per eccellenza la settimana dei vertici e dei direttivi. Dal centrodestra al centrosinistra, tutti - papabili candidati in primis - pendono dalle labbra dei leader nazionali: attendono i verdetti sulle alleanze, sui veti imprescindibili, sulle caselle libere o non delle candidature per capire che impronta e quali volti di punta dare a questa campagna elettorale da avviare sotto gli ombrelloni, con le infradito, e da concludere con l’inizio del nuovo anno scolastico. Consapevoli che probabilmente gli ultimi incastri si definiranno solo al photo finish.
Accentramento
Si parte da Milano, dove la neocoordinatrice regionale Licia Ronzulli radunerà il direttivo lombardo di Forza Italia proprio questa mattina con tutti i segretari territoriali (in presenza o in videocollegamento) e dove, dato il delicatissimo momento, non si esclude che possa esserci anche un intervento diretto di Silvio Berlusconi, se non in presenza almeno attraverso un collegamento telefonico. Quel che è certo è che gli azzurri sono in subbuglio.
Proprio dalla coordinatrice regionale è infatti arrivato il niet all’iniziativa di Brescia: sia il coordinatore cittadino, Paolo Fontana, sia il coordinatore provinciale Alessandro Mattinzoli avevano inquadrato come «necessario» un incontro aperto con direttivo e amministratori per confrontarsi sullo scenario politico e per guardarsi in faccia dopo l’addio di Mariastella Gelmini.
Ieri, però, nella chat azzurra è arrivata la sconvocazione del vertice: «Buongiorno a tutti, anche io come voi ritenevo l’incontro di sabato 30 necessario, non solo politicamente ma anche emotivamente considerato quello che sta avvenendo nel partito - scrive Mattinzoli, assessore in Regione -. È chiaro a tutti che le dimissioni di Mariastella Gelmini hanno un impatto sulla nostra provincia più deflagrante rispetto agli altri territori. Ma mi è sembrato doveroso informare il coordinatore regionale Licia Ronzulli, che mi ha dato l’indicazione di sconvocare l’assemblea di sabato e di non prendere iniziative proprio in funzione della delicatezza momentanea. Sta a lei organizzare le prime iniziative a tutela del partito».
Uscendo dal bon ton, tradotto significa che Ronzulli ha de facto commissariato la gestione territoriale, almeno lo ha fatto a Brescia, dove non è un segreto che entrambi i segretari - cittadino e provinciale - siano da sempre vicinissimi a Gelmini. Lui non lo conferma, ma si fa insistente l’idea che Mattinzoli potrebbe perdere o lasciare la guida del partito bresciano. Un’operazione, quella di Ronzulli, che riguarda anche i consiglieri regionali, ai quali avrebbe chiarito già la scorsa settimana che i rapporti con la stampa sarebbero «accentrati». Insomma, nessuna autonomia.
Le strategie
Domani, martedì, tocca invece alla Lega: un vertice che tutti definiscono «riservatissimo», al punto che in molti non sono in grado di confermarlo, dovrebbe vedere seduti attorno al tavolo il Capitano Matteo Salvini, il governatore Attilio Fontana, il coordinatore regionale Fabrizio Cecchetti.
Sul tavolo gli incastri romani e quelli regionali, certo, ma anche (pare) la pietra tombale sul voto anticipato in Lombardia: qualora Fontana dovesse dimettersi, infatti, ormai le urne per le Regionali non si aprirebbero il 25 settembre, in concomitanza con le elezioni Politiche.
Veniamo a Brescia. Il Pd convocherà il provinciale verosimilmente venerdì 29, poi si partirà con la consultazione dei circoli e, quindi, con le assemblee di zona. Per quanto riguarda Azione, Carlo Calenda scioglierà le riserve sul capitolo coalizione entro mercoledì, ma i primi confronti operativi inizieranno proprio oggi: sembra vicina, salvo «catapultati», una corsa nazionale per Fabrizio Benzoni, alla regia del provinciale e consigliere in Loggia.
Entro giovedì si riunirà anche il coordinamento di Italia Viva, mentre la Lega bresciana è già a buon punto: i primi passaggi si sono già esauriti e archiviata la buriana nazionale («normale dialettica interna» dicono dalla base), ora «il partito è compattissimo». Certo, nel Carroccio c’è un pizzico di ansia in più: si tratta del resto della forza politica che più risentirà del taglio dei parlamentari. Per ora in pole per la riconferma ci sarebbero Stefano Borghesi, Simona Bordonali, Paolo Formentini ed Eva Lorenzoni.
Mentre pare che, per quanto riguarda Forza Italia, sia ormai pressoché certa la ricandidatura del senatore Adriano Paroli, più facilmente nel collegio uninominale, anche se su quest’ultimo punto, per ora, nessuno osa mettere la mano sul fuoco. Tanto nella Lega quanto negli altri partiti i giochi per le liste sono più che aperti: il quadro cambia di mezza giornata in mezza giornata. E senza una bussola sulle alleanze, tutti i banchi rischiano di saltare fino all’ultimo.
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