Fake news: utenti di Fb decreteranno le testate affidabili
Facebook cambia ancora, e nello sforzo di contrastare il flusso di fake news si rivolge ai suoi stessi utenti e al loro giudizio per individuare le fonti di notizie considerare più affidabili.
È l’amministratore e fondatore del social network, Mark Zuckerberg, ad annunciare l’iniziativa in un post (a distanza di una settimana dall'ultimo post molto discusso), dando il via al «test» a partire dalla prossima settimana. Si tratta in sostanza di raccogliere pareri e suggerimenti sul livello di fiducia nelle diverse fonti di informazione, creando quindi una sorta di «ranking» delle testate per autorevolezza e sulla base di questo deciderne la diffusione.
«La mia speranza - ha scritto Zuckerberg - è che questi aggiornamenti possano aiutare a migliorare il tempo che si passa su Facebook». Ma non solo: il fondatore del social per eccellenza è consapevole del peso che questo ha avuto e ha nella circolazione delle cosiddette fake news, fenomeno che si è impegnato a contrastare. La «sperimentazione» partirà negli Stati Uniti per poi essere estesa a livello internazionale.
La battaglia per le fake news riguarda da vicino anche l’Italia dal momento che sta per entrare nel vivo la campagna elettorale dove solitamente fa notizia chi la spara più grossa e il rischio di fake news diventa molto alto. «Il tema della cosiddette fake news - sottolinea Michele Anzaldi, deputato del Partito democratico - assume un peso sempre più rilevante anche dal punto di vista degli equilibri delle nostre democrazie.
Pochi giorni fa il ministro dell’Interno e il capo della Polizia hanno posto l’attenzione su questo argomento attribuendo alcune competenze alla Polizia Postale suscitando un articolato dibattito sui possibili effetti e pericoli collaterali. È notizia di queste ore che Facebook, ha deciso di affidarsi al feedback degli utenti per valutare l’autorevolezza delle testate. Un’opportunità che in realtà nasconde pesanti rischi, molto più di quanto obiettato a Minniti e Gabrielli, perchè espone tutto il mondo della informazione a manipolazioni e taroccamenti».
«Qualcuno ricorderà l’evocazione di giurie popolari per "giudicare" l’informazione - prosegue Anzaldi -: qui saremmo di fronte a giudizi di presunti utenti, dietro cui potrebbero celarsi fake, troll, aziende specializzate in utenze fasulle per finalità di vario tipo (economiche ma anche politiche)». Insomma un’arma a doppio taglio alquanto pericolosa se utilizzata con finalità sbagliata. Intanto Zuckerberg, che rumors politici danno come possibile candidato in corsa per i democratici alla Casa Bianca dopo l’era Trump, fa esperimenti per capire come la rete e il sistema possono autoaccreditarsi o persino distruggersi.
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